Infruttuosa integrazione religiosa

La giornata nazionale dei ‘calzini spaiati’, appena celebrata in tutto il mondo, mira a sensibilizzare sull’importanza dell’accettazione delle differenze e la promozione della diversità. In metafora, la situazione si paragona a una zattera che cerca approdo in un oceano in tempesta, dove la burrasca rappresenta l’ideologia totalitaria che, in molti Paesi, spinge i diritti verso una crescente devalorizzazione.

Superiamo la tendenza di associare “diversità” unicamente alla sfera sessuale, il mainstream ha spinto negli anni a privilegiarne il tema ma fede religiosa, disabilità, razzismo, anoressia, indigenza assoluta quanto l’obesità e altro ancora, appartengono di diritto a questa scomoda classificazione in grado di provocare gravi danni alle persone.

I giovani provano ad essere più flessibili, soprassiedono a molti stereotipi affrancati alle generazioni che li precedono, ma nel caso della fede religiosa, riportando al solo concetto di “accettazione” rischiano di sottovalutare il valore della cultura che ogni fede racchiude, accogliendo per indotta superficialità ideologica ogni pretesa anche quand’essa destabilizza norme, tradizioni e condizioni di sicurezza che appartengono ad un Popolo.

Un popolo, quello italiano, che accoglie senza indirizzare, promuove e fa rispettare le leggi che lo organizzano rendendolo funzionale.

I giovani dell’Istituto superiore Pertini di Monfalcone, passando indifferenti sotto i calzini stesi sopra le loro teste, sono convinti che le “diversità” siano sopravvalutate però, in un locale della scuola ogni giorno alcune studentesse per entrare debbono essere identificate poiché indossano il niqab.

Se ipotizziamo che l’obbligo di scoprire il volto possa spingere le ragazze a lasciare la scuola, la tolleranza eccessiva della presidenza, a mio avviso, non promuove una vera integrazione, quella che salvaguarda i valori propri rispettando quelli della società ospitante. 

Il rispetto è un’efficace regola per la convivenza civile, esigerlo è compito fondamentale di una società democratica, il silenzio assenso è la faccia pericolosa di un relativismo sempre più adottato da cittadini italiani ed europei irresponsabili verso una deriva sociale in cui una minoranza sempre più in espansione arriverà a dettare regole e comportamenti anche sul piano religioso invertendo le parti attuali.

In questo meraviglioso testo “Senza Radici” pubblicato nel 2004, Marcello Pera e Benedetto XVI rendono chiara questa pericolosità inducendo ad un’efficiente riflessione che spinga ad agire. 

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