“L’appellativo, talvolta denigratorio, di ‘boomer’ mi colloca tra coloro che hanno difficoltà o scarsa dimestichezza con la tecnologia. Personalmente non ho problemi su quel fronte, ma se per ‘boomer’ si intende chi non accetta la tecnologia, vedendola come un demone del progresso, dico orgogliosamente che dipende dall’uso che se ne fa.
Non mi interessa essere compatito o deriso dalla generazione Z, ma mi preoccupa quando la tecnologia mira a sostituire il lavoro manuale dell’uomo, arricchendo pochi individui. Definirli imprenditori può essere azzardato.
Mi richiamo alle parole di Papa Francesco, che distingue tra i trenta denari di Giuda e i due del buon samaritano: il denaro usato per tradire o per salvare, come gli imprenditori ‘mercenari’ rispetto a quelli simili al ‘buon pastore’.
Se navigo online, scopro che in America, ma anche altrove, ristoranti, negozi e fast food stanno diventando completamente automatizzati, proprio come molte fabbriche: vieni servito a tavola da un robot che ha prelevato il piatto, a volte preparato da un’altra macchina.
Capite il disagio? Non tutta la popolazione può studiare; non tutti siamo inclini all’istruzione, nonostante la volontà, e molti preferiscono attività manuali, che comportano stanchezza fisica senza impegno mentale né responsabilità. Non ditemi che bisogna reinventarsi, perché un operatore di linea di confezionamento non potrà, né vorrà diventare, ad esempio, un ingegnere di reti e sistemi.
‘Efficienza’ e ‘ottimizzazione’ sono parole di tendenza, usate per dimostrare il progresso; ma se finalizzate a eliminare posti di lavoro nella fascia meno abbiente attraverso l’automazione, diventano solo mezzi per arricchire in modo spregevole e spregiudicato un ristretto gruppo di imprenditori, capitalisti, banchieri e maghi dell’alta finanza, sorretti da politici succubi e distanti dal bene comune.
Nel pensiero di Socrate, la morale è vista come cura dell’anima attraverso la conoscenza: ‘Tutte le virtù derivano dal sapere e dalla coscienza; gli esseri umani commettono il male solo per ignoranza del bene.’ Oggi questo concetto è ampiamente superato; questi signori sanno bene cosa fanno e perché.
Eppure, il secondo principio socratico, ‘l’importante non è vivere, ma vivere bene’, cade in disuso, perché chi perde il lavoro, di certo, non vive bene.”