Qualche bravo collega della carta stampata, negli ultimi mesi si è preso la briga di intervistare personaggi ex politici o molto vicini a figure di spicco del passato potere. Tutta la narrazione raccolta attraverso domande efficaci in grado di far luce su discutibili scelte compiute in quei periodi, evidenzia un unico filo conduttore.
L’insieme narrato lascia trasparire quanto il sottobosco invalicabile degli incontri segreti, delle telefonate dell’ultim’ora ma soprattutto degli opachi e ambigui interessi, sia il vero cuore decisionale e non certo il Parlamento, luogo di confronto deputato alle decisioni legislative.
Del resto, già dal “Porcellum” in poi deputati e senatori sono eletti per appartenenza e non per scelta dei cittadini e quando si trovano sul luogo di lavoro si limitano ad eseguire ordini presi dall’alto. Non mi pare succeda diversamente per i ministri dentro il Governo.
Da queste interviste arrivano spiragli di luce sulle decisioni durante il sequestro Moro, sulla caduta del Governo Prodi, sulla fuga in avanti di una legge elettorale che penalizza la democrazia rappresentativa o come è fallita l’elezione di Berlusconi a Capo dello Stato.
Ecco, il punto è proprio questo, la conoscenza, l’informazione segreta di quei dettagli, di singole malefatte, complotti nascosti, imboscate, operazioni societarie e finanziarie o collegamenti con ambienti non certo legali, sono l’elemento determinante a conferire il potere.
L’ambiente politico e più ancora il sottobosco vive, rigenera ed elimina attraverso l’appropriazione di informazioni e dati. Tutto il sensibile che un domani potrà divenire “ricattabile” è merce di scambio quando si tratta di candidare, collocare o nominare.
Questo spiega perché decine di figure politiche di dubbia moralità o capacità siano ancora al proprio posto nonostante quanto abbiano combinato nel tempo fosse già valido motivo per un trapasso professionale.
Non stupitevi nel rivedere politici di antica data ancora attivi o di sapere che dietro le quinte, nonostante fossero pubblicamente usciti di scena, tirano le fila… questo accade perché o hanno un consistente serbatoio di voti, molte volte coeso da una vera e propria rete di interessi o, in passato hanno visto, ascoltato o partecipato a qualcosa che ora possono brandire come una spada, diventando veri intoccabili.
Allora penso ad un gigante politico del passato come Tina Anselmi che amava dire:”Basta una sola persona che ci governa ricattata, o ricattabile, perché la democrazia sia a rischio.