Capita spesso che durante gli spostamenti tra città e Nazioni, acuisco l’osservazione per farmi venire ispirazione a scrivere. A volte bastano semplici dettagli ambientali o curiosi personaggi.
Nelle ultime settimane viaggiando nelle strade statali, ho rivisto le nuove generazioni del lavoro più antico del mondo, oggi potremmo chiamarle operatrici del sesso caritatevole, perché in fondo in fondo donano gioia, godimento e pensando a chi non può o non può più permettersi una botta e via per età anagrafica o prestanza fisica, fanno una buona azione sociale.
Ma non è di questo che voglio parlarvi. Il pruriginoso tema della prostituzione divide ancora oggi il Paese. Con altri temi che investono la libertà personale dell’individuo, quindi nel contesto etico, dall’aborto all’eutanasia passando per la legalizzazione delle droghe leggere o le adozioni ai single ma ce ne sarebbero altre, mi chiedo come cambierebbe la vita sociale dell’Italia se avessimo come in Svizzera o in molti Stati americani un referendum propositivo.
Non entro nel dettaglio non avendone spazio ma sarebbe il miglior esempio di estensione dei poteri della democrazia diretta. Pur dovendo poi passare al Parlamento la parte legislativa che ha la prerogativa di contrapporre una “controproposta” qualora non d’accordo, il popolo ha un ruolo attivo nella vita sociale del Paese.
Noi invece, siamo chiamati ad abrogare una legge, e per metterci nelle condizioni di non nuocere, redigono sulle schede quesiti incomprensibili, quindi consapevolmente penalizzati con la confusione dietro l’angolo.
Ma non basta, in Italia ci si prende anche gioco di chi esercita il diritto di voto, a distanza di tempo, decisioni prese dai cittadini attraverso referendum, vengono cestinate senza che nessuno ne spieghi ragioni o protesti. Penso all’abrogazione del Ministero dell’Agricoltura o del Turismo o ai finanziamenti pubblici ai partiti, cancellati e poi improvvisamente resuscitati. Ma penso anche a tutti i soldi spesi per quorum non raggiunti su temi invece importanti.
Incide ancora molto la presenza del Vaticano sul potere legislativo di questo Paese? Come cittadini italiani, viviamo davvero come vorremmo essere?
Una brusca frenata mi riporta nel mondo reale, e dopo una curva una bella fanciulla sorride dalla piccola sedia parcheggiata sotto un ombrellone colorato come lo striminzito vestito, lavora serena, sotto gli occhi di tutti, polizia, carabinieri e vigili compresi, come del resto le migliaia che accolgono negli appartamenti di ogni città. W l’Italia e la sua ipocrisia.