L’onda mediatica del momento è caratterizzata, diciamolo per correttezza, dall’estrapolazione fuori contesto delle affermazioni di Fedez fatte nel 2020 ad un giudice durante un interrogatorio.
Un dissacrante “sono nulla tenente”, salvo poi precisare che tutti i beni mobili ed immobili appartengono alle società della famiglia, come avviene per molti imprenditori di questo paese. Ed io mi soffermo su questa seconda parte, a mio parere più difficilmente digeribile nel contesto sociale di equità, di diritto al privilegio, sempre storicamente concesso ai pochi.
Intendiamoci bene, sono a favore del liberalismo classico, quello improntato sulla difesa dei diritti e delle libertà individuali, non ho insofferenza verso la ricchezza altrui perché responsabilità, sacrificio, capacità e competenza nel produrre economia e dare occupazione sono umanamente encomiabili.
Quello che crea discriminazione sociale sono i mezzi che possono utilizzare per alleggerire il carico fiscale, di solito molti, ma chi sono gli artefici di queste vie d’uscita?
I maggiori imputati sono i commercialisti e fiscalisti. Solitamente misurati, garbati ma altezzosi e tronfi del loro sapere normativo, complesso, articolato e tanto più lo è, tanto più è efficace contro l’autonomia del cliente/contribuente. A chi non piacerebbe pagare meno tasse? Chiediamolo ad un dipendente.
La differenza è che lui non può a differenza del variegato mondo delle società e partite iva. Società fittizie, prestanomi, società straniere, holding, fusioni, acquisizioni, triangolazioni, paradisi fiscali e oggi rispetto ad anni fa, non crediate siano solo gli Agnelli come scrive la stampa, ad essere imputati, tutti hanno un bravo commercialista.
Poi ci sono quelli insicuri, sacri difensori del senso di giustizia che solo a sentir parlare di “nero” arrossiscono e alzano barricate all’imprenditore guascone, ma la maggior parte prova quasi sempre un’eccitazione simil orgasmo quando dopo giornate di studio trova la quadra per fottere il fisco e parcellizzare profumatamente la soluzione.
Il dubbio che non mi abbandona è che chi legifera, studi congiuntamente ad amici fiscalisti le norme per renderle facilmente aggirabili.
Per questo non ritengo Fedez imputabile, mentre i tanti sepolcri imbiancati che gridano allo scandalo irriverenti. Le sue affermazioni oltre che sincere, seguono la prassi dei più abbienti, e quando l’incendio avanza, fallimenti, liquidazioni, compravendite e lasciti sono ancòre di salvataggio, ovviamente raccomandate da bravi fiscalisti.