Sarà il pervadere del malcostume, dell’irriverenza coniugata anche ad un livello di politica allo sbando comunicativo e relazionale che ammetto di non essermi sorpreso più di tanto dalla trasposizione del pensiero maschile del Sindaco Bandecchi.
Di fronte a questi fatti, si inforca o manganello, dipende dai tempi, la via del buoncostume come prima sponda, per finire su quella maschilista o patriarcale successivamente.
Sarò simpatico a pochi scrivendo questo pensiero ma essendo per natura un frequentatore di generi, classi sociali e culture diverse non trovo che questo abuso di volgarità verbale, in grado di tracimare nella dominazione o nel peggiore dei casi, in violenza criminale appartenga a qualcuno o qualcosa di specifico.
Ci troviamo in una società dove l’epiteto offensivo, l’insulto non si risparmia a nessuno, basta poco, il momento sbagliato e se proviamo a farlo notare educatamente rischiamo anche di esser farciti di pugni.
Non serve andare in quartieri o locali malfamati come una volta additavano al volgo, basta cercare un parcheggio, entrare al pronto soccorso, in banca o al supermercato. Accade al professore quanto all’operaio, o al dentista.
Non esiste il sommesso, il sottinteso di una volta, provate ad ascoltare la conversazione di uomini ma anche donne quando vira verso la fisicità del fortunato o fortunata di passaggio, in un bar, palestra, metropolitana, la verità è che nessuno risparmia apprezzamenti si va da un bel fondoschiena o petto femminile all’abbondanza di un pacco nei jeans maschili.
Dicono degli uomini ma ascoltate un gruppo di ragazze o donne appartate cose dicono o scrivono sotto i post del figo maschio, se peraltro l’hanno conosciuto a fondo non risparmiano neppure dettagli e giudizi sulle prestazioni anche di fronte ad altri. È tristemente quello che da una vita accade nei maschi ma l’ormone è pari e patta.
Lo scandalo non sono gli apprezzamenti sdoganati da chi ha perso il comune senso del pudore, ma la volgarità del linguaggio colorito e fuori luogo, è stato abolito negli anni il rispetto attraverso la forma espressiva.
Non riusciamo a dire una frase senza citare l’organo maschile o femminile o imprecare i Santi e se questo lo fanno gli adulti e peggio ancora chi rappresenta un’Istituzione, come possono parlare le nuove generazioni?
Fatevi avanti conservatori della buona educazione.