La morte ha perso valore agli occhi degli uomini, il suo peso alleggerito attraverso l’incessante galleria di sconvolgenti immagini che scorrono ovunque. Talmente tante da sortire l’effetto del nulla, del qualcosa già visto, del non mi appartiene.
Sono singole e quotidiane o a migliaia, per mano di squilibrati, criminali o uomini maschi mai cresciuti ma anche assassini nelle figure di personalità politiche, monarchi o dittatori.
Le gesta di pochi e sconsiderati tornano a farci assaporare il clima di tensione apocalittica che precede il caos totale, dove l’unica protagonista è la morte e la sconfitta dell’umana ragione.
Il desiderio della gente comune resta quello di vivere in pace, possibilmente tutelando salute e benessere, economico e sociale, mentre quello dei pochi che governano Nazioni e sovrintendono il potere finanziario mondiale, di attrarre e possedere più risorse possibili, denaro, materie prime, territori e popoli.
Socialmente stiamo soccombendo come uomini e donne di secoli passati, dove però la poca intelligenza e conoscenza, infliggeva inferiorità, collocava al gradino più basso per potere di scelta e azione.
Cosa impedisce oggi alle classi borghesi e meno abbienti di porre fine a questi flagelli? Quando a perdere la vita sono uomini, donne, giovani e bambini estranei alle famiglie di chi governa le aberranti decisioni di morte?
Penso con angoscia che attraverso le tasse, finiamo per auto alimentare eserciti e armi sempre più devastanti con l’illusione servano a difenderci, quand’invece rappresentano il deterrente ad impedire sommosse e rivoluzioni utili a sovvertire un ordine generatore di sofferenza, privazione e dolore.
Il poco per molti e il molto per pochi, governa sempre più le azioni politiche, all’ombra di civiltà e culture come quella occidentale, incapace di imparare dai propri errori, assuefatta dalla concezione dell’accoglienza, della falsa integrazione, dell’accettazione di un multiculturalismo che erode dall’interno valori e potere finendo per cannibalizzare e sovvertire le radici della propria storia, trasformandola a ragione da carnefice a vittima.
Quello che più è avvilente come Europa, è l’incosciente impotenza ad evitare facili morti consegnate come pacchi, i silenzi, le ambiguità diplomatiche e le alleanze monolitiche che l”hanno trasformata in complice e assassina.