Come molti italiani sono umanamente dispiaciuto per lo stato di salute dell’ex Presidente Berlusconi, e mi compiaccio che anche i detrattori più accaniti abbiano aperto la porta della dignitosa pietà umana.
Nell’esercitare il mio lavoro però, non posso sottrarmi a ciò che emerge tra le righe di stampa e interviste televisive ed essere sollecitato ad un ambiguo sorriso misto a tenerezza e positiva compassione.
Anche nel momento più difficile, sono stati diversi negli ultimi mesi, Berlusconi e famiglia proseguono nella rappresentazione di un copione, tenendo vivo il mito dell’eroe e arrivando per certi versi a farlo somigliare al super uomo dannunziano, quello caratterizzato da un vitalizio puro che gli conferisce un’energia sconfinata ed inarrestabile.
Oggi il figlio PierSilvio dice:”mio padre è un leone”, ieri il fratello:”Silvio è una roccia”.
Negli anni proprio quest’energia ha istigato nell’animo di Silvio, come descrive D’Annunzio una profonda volontà di dominio e lo autorizza ad agire contro ogni morale.
Ma quest’ossessione dell’eterna giovinezza dell’ex Presidente, oggi in un letto sofferente e invecchiato, ricalca le gesta del giovane Dorian Gray di Wilde, ogni volta davanti al quadro eternamente giovane, percepisce la sua pelle avvizzita e le rughe segnare un volto che muta espressione.
Il quadro di Gray è per Berlusconi l’esaltazione di quell’immagine che tanto l’ha folgorato negli anni, prodotta dalle meschine menzogne di un marketing a stelle e strisce a cui lui per primo ha creduto prima di mistificarlo nel nostro Paese attraverso le sue reti televisive commerciali.
Negli ultimi anni l’inizio della decadenza fisica l’ha trascinato in restyling discutibili rendendolo macchietta all’opinione pubblica, e in quel momento di consapevolezza, come Dorian Gray, arriva a provare invidia per il suo ritratto sempre giovane provando a vendersi l’anima perché si invertano le parti, e questo accade.
Di fronte alle sue pubbliche esternazioni, qualcuno ha provato a dirgli:”stai invecchiando” e stizzito rispondeva strizzandosi gli attributi.
Ora non credo abbia uno specchio per guardarsi commiserandosi nella dimora del San Raffaele, come pure provi quella sicurezza ostentata invece dalla famiglia e da chi gli è vicino.
È solo come tanti davanti al suo destino, meno sicuro di vincere quell’immortalità che il vecchio leone interpretato per anni ha cercato più di ogni altra cosa.