Tutti noi davanti alle immagini della spiaggia crotonese dove quelle bare, quelle testimonianze, quei resti di oggetti e scarpine ci hanno trafitto da dolore sincero e scossi dal torpore dei nostri fragili agi, abbiamo avuto però la certezza di sentirci ancora degli esseri umani capaci di provare emozioni e sentimenti, direi cosa rara all’oggi.
Poi ci sono tutti gli altri, quelli che mistificano per interesse proprio o ideologico si concedono inutili, inefficaci e assordanti variabili alle cause e colpevoli, ma i morti crescono, senza nome, senza tomba.
La letteratura chiama per nome le identità di ognuno dei suoi personaggi e quelle che meglio si addicono ai molti che si sono tristemente resi protagonisti della cronaca, Gustave Flaubert in Madame Bovary, non esiterebbe a definirle “ignobili” per quanto egoiste e superficiali.
Cosa priva in taluni momenti, dell’anima o coscienza alcuni di noi? Stupiti, basiti a volte inorriditi ci limitiamo ad osservare, ascoltare senza comprendere.
Sono solo i social ad aver spinto molti dei nostri simili all’abuso di stati catartici in grado di autopurificarsi dai sensi di colpa, per quel comportamento irresponsabile, superficiale in grado di non porre confini all’indifferenza dei valori?
Forse no, chi era deplorevole di indole ha solo ottenuto uno strumento in grado di amplificare le sue gesta al mondo, perseverando nella non consapevolezza delle azioni.
Prendiamo gli imbecilli che si scattarono foto ricordo davanti alla villetta di Cogne dove un’innocente venne ucciso con violenza inaudita, sono identici a coloro che scattarono dei selfie sotto i pilastri della funivia del Mottarone due anni fa per poi postarli su Instagram con soddisfazione.
È quando vediamo dei cretini oltrepassare la soglia del rispetto, del dolore altrui, anche di fronte ad una bara a cui un pellegrinaggio di persone per bene rende omaggio e il tutto per un selfie con una celebrità colpita nella sua intimità, che ci sentiamo diversi, non ancora dei vinti, dei codardi, ma semplicemente uomini e donne di valore.