C’era una volta la televisione generosa di cultura e sano intrattenimento ma anche capace di ricercare e offrire opportunità a nuovi talenti, quelli che poi avremmo visto negli anni.
Chi, quel tipo di televisione l’aveva creata facendola diventare un punto di formazione negli anni bui dell’analfabetismo sociale, sentiva il dovere di indicare una strada a chi li avrebbe seguiti nel lavoro.
Parliamo di Enzo Biagi, Enzo Tortora, Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Corrado, Raffaella Carrà o Loretta Goggi, Gianni Minoli, Renzo Arbore e molti altri ancora, tutti veri maestri nel far televisione.
Negli anni’80 però arrivano i giovani boomers, fanno capolino nel salotto del Parioli, al Teatro delle Vittorie o in Via Teulada ma hanno una visione diversa del mezzo e sopratutto del fine.
Il divismo scivola dagli schermi del cinema a quelli catodici della televisione.
L’immagine personale prende più potere del pubblico a cui è rivolta la loro attività, la consapevolezza di gestire un’opportunità irripetibile, circondati da abili manager e amicizie nei posti che contano, crea dei Team che diventano piccoli eserciti e fortificano il territorio perché nessun altro dello show-business possa minacciarli.
Maria De Filippi, 60 anni e da 30 in tv, Milly Carlucci, 68 anni da 46 anni in tv, Carlo Conti, 61 anni in tv da 40 anni, Gerry Scotti, 66 anni, da 39 anni in televisione, Paolo Bonolis, 61 anni e da 42 anni in tv, Simona Ventura, 57 anni e da 34 in tv, Amadeus 60 anni, da 34 in tv, Mara Venier, 72 anni da 34 anni in tv, Barbara D’Urso, 65 anni e da 45 anni in tv.
Questi sono i feudatari dei vari canali che da anni monopolizzano gli spazi televisivi senza sosta, impedendo di fatto, non scegliendo co-conduzioni, di creare opportunità alle nuove generazioni, in pratica dai sessanta/settantenni si scende direttamente ai quaranta/cinquantenni che grazie ai nuovi canali riescono a farsi conoscere, la generazione di mezzo è stata esautorata, più che tracciare una strada è stato scavato un solco per il nemico e noi, stanchi delle solite facce e programmi paghiamo il prezzo della tv della noia.