Silvio Berlusconi fa quasi tenerezza ora che il Senato della Repubblica ha il suo Presidente eletto, ma l’atteggiamento e il comportamento politico tenuto dal Cavaliere, che rientrava a Palazzo Madama dal 2013 è stato alla prima chiamata da due ceffoni.
Ogni italiano nel sentire e leggere quel che stava accadendo glieli avrebbe dati, soprattutto i molti militanti del centrodestra.
È diventato palesemente irritante, di una boria detestabile, dal calcio alle televisioni e in politica, lui lavora e vive per vincere e quando perde come un bambino cerca ripicche per restare al centro dell’attenzione e ferire l’avversario.
Non importa se con il passare del tempo, lo smalto e il fisico lo abbandonano come un qualunque ottantaseienne, e che proprio per l’età finisce per farsi circuire dai malintenzionati di turno che lo isolano con la falsa intenzione di proteggerlo, lui persevera a fare lo spiritoso.
A un giornalista che gli chiede se fosse emozionato a rientrare in Senato risponde “no”. Fa il piacione bavoso con una commessa del Senato mentre gli passa davanti dicendole “ma che fisico che hai, sei bella soda!” E la marmaglia che lo segue ride in segno di approvazione ma resta scena da avanspettacolo.
Quel che è peggio però, è la sua tracotanza mediatica e di potere, Liliana Segre chiamata a presiedere la prima seduta inizia e lui arriva con molto ritardo, era da Giorgia Meloni, uno sgarbo d’educazione che la dice lunga sull’uomo più che sul politico.
Quando gran parte degli italiani sogghigna, insulta e lo compatisce ad ogni apparizione, il viale del tramonto è dietro l’angolo. Non importano i suoi soldi, il suo potere l’uomo e il personaggio hanno perso dignità.
Ieri è stato il giorno della sconfitta, di quelle, come dicono molti che non si scordano. Il giorno in cui il Cavaliere che voleva essere l’uomo della trattativa, non ha condotto i giochi ma li ha subiti. Il ricatto dell’astensione alla prima votazione per alzare la posta di trattativa sul prossimo governo si è dimostrato un boomerang e l’ha steso nonostante i suoi vaffa al Presidente eletto Ignazio La Russa.
Resta l’amaro in bocca per molti e il dubbio che, conoscendo la persona, non finisca qui e non abbiamo ancora iniziato… Chissà quante ne dovremo vedere.
In tutto questo però un elogio va fatto e lo dirigo alla futura premier Giorgia Meloni. È certo presto per dare giudizi sull’operato ma non vi è dubbio che in queste due settimane di battaglie intestine per comporre lo scacchiere del futuro governo, la leader di Fratelli d’Italia ha saputo gestire e domare la politica del mercimonio a cui tutta la classe politica ci ha abituato da lungo tempo.
Se l’intento era perseguire la scelta di uomini, professionisti, politici, capaci di assumersi le responsabilità più importanti per la ricerca di soluzioni idonee a gestire una crisi senza precedenti allora non possiamo che farle i complimenti ed aspettare il prossimo passo, per adesso il Cavaliere è stato disarcionato a dovere di fronte all’Italia intera.