In fondo in fondo, siamo un Paese folkloristico con il suo pieno significato ricco di colore, strano e bizzarro. Anche nella consapevolezza di tragedie sappiamo renderci unici.
Non lo sono gli italiani in quanto tali, ma anche e soprattutto chi governa. Del resto ci definiscono un popolo di geni e quando siamo al potere diamo il massimo.
In queste settimane la siccità sfida nella classifica delle angosce il ritorno del covid e la guerra in Ucraina. Immagini di fiumi oramai percorribili a piedi, laghi di montagna prosciugati e ghiacciai ridotti all’osso. Gli agricoltori protagonisti televisivi raccontano la disperazione per miseri futuri raccolti col sottofondo di strazianti muggiti, segno di animali in protesta per erba introvabile nei pascoli.
Secondo gli amministratori locali, ma non solo, il prezzo di questa situazione lo deve pagare ovviamente il cittadino. Allora vado ad analizzare una situazione, orami da decenni degradata per cattiva amministrazione.
Scopro che I dati Istat indicano un 42% di perdite sul volume totale immesso nella rete idrica. Cioè degli 8,2 miliardi di metri cubi d’acqua che passa in quei tubi ogni giorno circa 3,5 vengono dispersi. È uno spreco enorme in termini ambientali, di risorse, ma anche indice di una gestione inefficace e inefficiente.
Il (PNRR) vale di 235 miliardi di euro tra risorse europee e Nazionali. Lo schema di decreto assegna agli investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento 2 miliardi di euro, di cui 900 milioni di fondi del Pnrr aggiuntivi e 1,1 miliardi di risorse a legislazione vigente per 124 interventi: il 40% degli investimenti è destinato alle Regioni del Mezzogiorno.
Gli interventi previsti sono volti a migliorare la sicurezza dei sistemi di approvvigionamento a scopo idropotabile e irriguo e comprendono opere per completare le infrastrutture per la derivazione, l’accumulo e l’adduzione dell’acqua, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici.
Capite? Su 235 miliardi disponibili assegnati 2… con tubazioni che perdono il 42% della portata.
Nel frattempo però, iniziano a razionare la distribuzione invitando la popolazione a non sprecare. Si parte con il divieto d’Irrigazione di giardini, in parte giustificata, (c’è chi non chiude l’automatico anche mentre scoppia un temporale) per arrivare al lavaggio dell’auto e soprattutto al riempimento di piscine private.
Oggi se non hai la piscina privata (anche di quelle brutte esteticamente e piazzate in giardino che ricordano i sacconi per contenere il cemento) non sei nessuno, una volta quelle comunali erano prese d’assalto mentre ora costano come cenare ad un ristorante stellato.
Siamo nel mondo quelli che usano l’acqua dolce per farci la doccia e consumiamo più acqua in bottiglia di ogni altro Paese al mondo, per noi la desalinizzazione è il male assoluto.
Allora a risolvere il problema arriva il sindaco di Castenaso, vicino Bologna che afferma: “«L’obiettivo è quello di mantenere alta la soglia di attenzione perché non possiamo permetterci di sprecare una risorsa preziosa come l’acqua»
Ecco quindi un’ordinanza per cui parrucchieri e i barbieri dovranno effettuare un solo lavaggio della testa ai clienti oltre al risciacquo. È prevista una sanzione e saranno fatti controlli, ma non è un’ordinanza punitiva.
Mi pare di vederli gli uomini della polizia locale passare ore dentro i negozi pieni di donne con la tinta che cala e parrucchieri che imprecano… ma anche questa è Italia, sì, quella del peggior folklore.