Mentre l’avvocato del popolo riesce a ritagliarsi spazio sulle prime pagine di quotidiani e telegiornali contrastando la spesa agli armamenti e ripudiando l’ex Conte premier, oggi l’ex ministra socialista francese, Ségolène Royal nell’intervista concessa al Corriere, porta in evidenza delle considerazioni condivisibili nella sostanza sullo stallo dei negoziati per il cessate il fuoco nella guerra russo-ucraìna.
La Royal, figura politica di spicco europea, delinea un palcoscenico frequentato da soli uomini, carichi di testosterone e machismo inefficiente.
Fa un parallelismo con il Presidente Putin, macho storico per eccellenza e gli altri maschi europei ed americani che hanno finito per scendere allo stesso livello. Pone l’accento sulla fotografia dell’ultimo summit G7, dove escludendo la Von Der Leyen, sono tutti uomini in posa ridicola, definita tra il bellicoso il fanfarone e il narcisistico, lontani dal calarsi nella gravità della situazione.
Segolene Royal, torna ad evocare l’ex cancelliera Angela Merkel che, come tutti han notato, si è invece ben tenuta alla larga dal finire nella mischia, forse anche per le critiche che le sono piovute da una parte della Germania sulla politica tenuta negli anni con i Russi.
L’aspetto più chiaro e indiscutibile delle osservazioni però, è quello che attiene al ruolo e capacità della diplomazia in tutta questa faccenda.
La Royal ritiene che manchino la momento figure elevate, statisti in grado di ristabilire le regole dell’equilibrio mondiale geo politico. Rileva, dalla maturata esperienza sul campo, quanto delegare ai negoziatori in parte solo tecnici e senza potere politico le trattative, non porterà a nulla se non ad allungare i tempi per il raggiungimento di un risultato concreto nell’interesse di tutti.
Indica anche l’impossibilità dell’Unione Europea di assumere un ruolo fondamentale nella questione, essendo la stessa troppo sbilanciata nella rappresentazione degli interessi Ucraini, di conseguenza non credibile se non per il peso economico nella vicenda.
Infatti, se analizzato il quadro geo economico mondiale, a parte l’Africa, dove abbiamo lasciato campo aperto a Cina e Russia, nel resto del mondo il peso di interscambio commerciale è di assoluto rilievo.
Non posso che concordare con questa brillante analisi. Pur considerando che i tempi per la fine del conflitto siano già stati scritti, si barcolla nel buio e nella mediocrità politica, nella mancata omogeneità decisionale, solo apparentemente unita per forma e non sostanza.
Pensiamo ad alcuni Paesi del blocco ex sovietico che premono per uno scontro frontale coi russi o altri che invece si defilano da settimane dal prendere posizioni pubbliche concrete.
In parte questa fragilità Putin l’aveva prevista, come pure la saggia impossibilità della Nato di intervenire nello scontro. Intanto in America si parla di impeachment per Biden e riciccia Trump.
Ha ragione la Royal, è proprio tempo di machismo.