C’era una volta la vecchia televisione, i suoi orari canonici, i riti celebrativi delle varie messe cantate di telegiornali e talk politici e fiction su fiction.
Poi nella galassia dell’intrattenimento nel 2016 lo streaming sbarca in Italia con la piattaforma americana Netflix, come per tutte le cose nuove, gli italiani accolgono freddamente la novità. Linee dati non proprio al top, la questione abbonamento.
Ma ecco che negli uffici, tra i banchi di scuola è tutto un parlare di House of Cards – Intrighi di potere e come nelle migliori tradizioni degli anni ’50 quando solo pochi avevano il tv dentro casa, diventa figo avere Netflix.
Da allora ha pubblicato 126 serie tv e film, arrivando a 180 milioni abbonati nel mondo ed una capitalizzazione in borsa di 180 milioni di dollari.
Ovunque, da quando si viaggia in metro o treno, si attende qualcuno in strada o dentro un bar, ragazzi e persone hanno il volto rivolto ad un display, c’è da giurarci che se non è un social è un prodotto in streaming.
La concorrenza non si ferma, comprende che la televisione così come è strutturata ha gli anni contati, lontana galassie dalla fruibilità dell’on demand. Per questo arriva Disney Plus, AppleTv, Amazon Prime, Pluto TV o D Plus, senza dimenticare il colosso Sky.
Per gli utenti la questione si complica, significa che per vedere film o serie tv che piacciono assecondando il desiderio, bisognerebbe fare più abbonamenti e spendere soldi.
Da poco Netflix, ha anche aumentato il costo e i primi dati dicono non abbia raggiunto i 4 milioni di nuovi abbonati nel primo trimestre 2021, portandone in cassa solo 2,5 milioni ovvio, il titolo in borsa tracolla.
Solo colpa della concorrenza? Io credo nell’effetto negativo dell’abbondanza, nel corso degli anni questo principio non mi ha mai smentito.
Sin da bambini impazzivamo per la macchinina nuova o il gioco da tavolo e poi quando al compleanno o al Natale ne eravamo pieni, perdevamo totalmente l’interesse a giocarci. È la stessa gioia pazzesca che proviamo quando portiamo a casa un abito, un dolce, facciamo un viaggio da anni sognato o contiamo le ore per avere il nuovo CD del nostro gruppo preferito, è il desiderio a farci apprezzare quell’oggetto.
I nostri sorrisi da consumatori incalliti prede di marketing disumani si spengono in poche ore, quelli di nostri simili in condizioni di povertà in altri Paesi del Mondo, restano accesi per mesi, godono di ogni piccolo piacere e se lo tengono stretto, perché è cosa rara.
Impieghiamo in media un quarto d’ora per scegliere cosa vedere tra film e serie tv, sono migliaia e migliaia le proposte, ci annoia anche scegliere.
È ora che Netflix come altri, inizi a coltivare strategie diverse se non vuol tornare ad essere uno tra i tanti.