Buon inizio d’anno a tutti voi che mi leggete. Vi ritrovo con piacere dopo aver trascorso intere giornate dentro quattro mura, gozzovigliando, cucinando, guardando film e serie tv ma anche leggendo libri e navigando dentro i social.
Ho cercato di capire meglio questa droga quotidiana in grado di creare dipendenze psicologiche solo apparentemente meno gravi da quelle create da alcool, fumo o sostanze stupefacenti.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto la necessità di ulteriori ricerche sulla dipendenza dalle tecnologie dell’informazione e la necessità di sviluppare strategie per prevenire e trattare questo problema.
Mi ha stupito comprendere quanto non sia più solo un problema legato a fasce anagrafiche dell’individuo ma orami abbracciano l’intero arco generazionale.
Ogni giorno Facebook mi ricorda quali amici compiano gli anni, fatico a trovarne sotto i quaranta; escludo Linkedin diventato un ufficio di collocamento on line.
Vado su Instagram e Twitter e trovo il mondo, il primo trasformato nella maggiore arena d’esibizione, dove “ego”, “status symbol”, e “autostima si sfidano in lotte all’ultimo post o storia e il secondo dove odiatori, esperti del nulla, e partigiani del complottismo hanno un microfono sul mondo dopo aver vissuto da parassiti dentro i bar, sale gioco o uffici e reparti produttivi.
Evito i secondari ma finisco con Tik Tok, un miliardo di utenti nel 2021 di cui 5 milioni solo in Italia.
Me lo avevano spacciato per un cortile di teenager intenti a fare scemate che tutti noi abbiamo fatto alla loro età invece, ho scoperto di tutto. Sì certo, anche profusione di cazzate ma credetemi, fisioterapisti, nutrizionisti, osteopatia, veterinari, infermieri, chef tanto per citarne alcuni, con post interessanti, costruttivi e di sana informazione o divulgazione come ad esempio l’account @lafisicachecipiace o @prevenzioneatavola.
Ho trovato sacerdoti e suore che ballano, cantano o spiegano brani della Bibbia ma tutto in salsa social, provate a cercare @donAmbrogio o @dongiovannibudano e poi ci sono gli amanti degli animali, gli sportivi e gli attivisti.
Una cosa però mi ha sconvolto, vedere persone davvero anziane, dagli ottanta in sù o, usate poco dignitosamente da figli e nipoti per attirare follower con post davvero di cattivo gusto e ormai copia e incolla o gli stessi ottuagenari, titolari di account diventati star del web.
L’ultimo caso è quello di @nonnaluigina, 83 anni piemontese con un milione e duecentomila follower, oramai la nonnina mette in piazza le proprie giornate tanto quanto fa la Signora Ferragni, del resto “pecunia non olet” diceva una locuzione latina, il denaro non ha odore.
Mi chiedete se qualcosa mi abbia davvero indignato o disturbato? La risposta è sì. Visitate l’account @AntonioRazzi, l’ex Senatore della nostra Repubblica e poi ditemi che mi sono sbagliato.