Il primo ex Capo di Gabinetto di un Presidente americano, è probabile verrà perseguito in merito alla non collaborazione per spiegare i fatti accaduti durante l’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio scorso a Washington.
Tra i voti a favore anche due repubblicani stanchi del comportamento dell’ex Presidente Trump che purtroppo, continua ad avere un potere importante sul partito.
È come un ariete impazzito dice chi lo conosce, con più gli danno addosso con più prosegue a testa bassa nel tentativo di tornare inquilino della Casa Bianca.
Poco alla volta gli stanno mettendo ai ferri corti i migliori collaboratori, anche l’ex stratega Steve Bannon è nuovamente in carcere, tutti rispondono ai suoi ordini, non permettere di sapere cosa realmente l’Ex Presidente sapesse e quanto fosse implicato nel tentativo di un simil colpo di Stato, perché la Commissione d’inchiesta del Ministero di Giustizia, così oramai ha definito l’assalto di un branco di idioti.
Trump è ancora sotto assedio, il fisco non demorde e cerca di incastrarlo per un’evasione costante durata 20 anni, indicando nelle dichiarazioni dei redditi continue perdite nelle sue società immobiliari. Ora è indagata pure la figlia Ivanka per aver incassato denaro proprio derivante da quelle società. Il genero invece è sotto inchiesta per presunte commistioni d’affari con i russi.
Nonostante questo, Trump a sorpresa arriva a manifestazioni dell’ultra destra e dei conservatori più incalliti del partito, riceve consensi e dal palco invoca giustizia tornando sulle elezioni truccate, promettendo di tornare nel 2024 a governare il Paese.
Cosa dicono gli esperti di politica interna, gli studiosi di fenomeni sociali e di presidenziali americane? Che i fiumi di denaro provenienti da imprenditori conservatori e magnati dell’industria serviranno a dare fiato a questa energia, provocando di fatto un ritorno in grande stile della propaganda conservatrice e razzista bianca.
Il Paese, sempre più diviso ma anche deluso dall’attuale comportamento politico di Biden e del flop della Vice Presidente Harris, è ancora in balìa delle conseguenze pandemiche, di una crisi economica non superata e di una disoccupazione nuovamente preoccupante.
Rosso è anche il termometro che misura nei sondaggi i possibili risultati delle elezioni di medio termine a novembre del prossimo anno e questo rinforza i Repubblicani convinti di recuperare la maggioranza al Senato.
In tutto ciò però, gli esperti dicono che quello che è accaduto il 6 gennaio scorso, non potrà essere dimenticato dagli americani, anche dai repubblicani più convinti.
L’azzardo è andato oltre il consentito e il sospetto che dietro tutto questo ci fosse proprio l’ex Presidente, sarà il muro invisibile che non permetterà una nuova rielezione.
Staremo a vedere.