Negli anni settanta del secolo scorso, i pregiudizi erano un tutt’uno con l’esistere nella lista dei buoni o dei cattivi, per trovare un’occupazione serviva il certificato di buona condotta del parroco o la tessera del PCI.
In quegli anni di austerity su una cosa non si poteva sbagliare, l’individuare il cosiddetto “tossico. il malato di droga, soprattutto eroinomane, veniva indicato come un balordo, privo di volontà, trasandato e sporco, dallo sguardo spento, fastidioso, falso, propenso a commettere reati.
L’eroina era per i poveri e la cocaina per i ricchi e uno su tutti girava nel contesto popolare operaio, per via di una leggenda che voleva le sue narici rifatte.
Nelle città metropolitane, nei pressi delle stazioni da nord a sud, non era difficile vedere ragazzi agonizzanti a terra, o famiglie distrutte da una dipendenza di un figlio.
Passano gli anni, cresce il potere di acquisto e cambiano le mode. Scompare l’eroina nei Paesi avanzati e la cocaina diventa come il pacchetto di caramelle che acquisti dal tabaccaio quando non ha il resto.
La noia, la depressione, il non poter raggiungere traguardi permeando l’esistenza di precarietà, nei giovani fa avanzare l’impulso alla trasgressione, alla nuova fuga dalla realtà. Anche quella svuotata di valori sociali, come conquista di un rapporto sessuale ormai merce da banco esposta tra le pagine di chat e social, prosciugando sentimenti ed emozioni.
Gli adulti invece, presi dall’iper dinamismo professionale e consumistico, tendono all’eccesso nell’esibire il successo, case, auto, viaggi, vestiti griffati e lo stress quotidiano per ottenerlo va sostenuto per non afflosciarsi in carriera ed ecco la cocaina come rimedio.
Dal gioco di una sera a cena tra amici o in discoteca, si passa al consumo sul lavoro, agli sbalzi di umore, all’improvvisa aggressività verbale per un non nulla, al giustificare simil raffreddori o allergie di fronte allo sfregare delle narici con continuità di fronte a terzi.
Ecco, prima il tossico era davanti agli occhi di tutti, visibile, ora lo è ancora ma travestito da normalità.
Ce lo ricorda l’arresto di Nadia Rivelli, sorella della Muti, insospettabile pusher di un’attrice conosciuta, un professore di musica delle medie che si faceva recapitare la merce a scuola, un avvocato, un medico, un pensionato dell’aviazione, un dipendente di banca, un autista di autobus della scuola e un noto senatore.
Il Lockdown non è stato problema, i semplici corrieri tra libri ed elettrodomestici, ignari consegnavano anche droga.
Ora che la cocaina è svenduta l’oro si chiama GhB, droga dello stupro, basta una svista durante una serata e ti trovi violata o violato dal tuo dentista immacolato e rispettato.