Non lo dico perché appartengo al popolo cosiddetto della notte, ma perché da cittadino continuo a non capire.
Perché questo accanimento del Governo contro le discoteche? Per mesi ci veniva sollecitata la possibilità di vaccinarci a fronte di un ritorno alla normalità e adesso che non solo in gran parte lo siamo ma potremmo accedere sicuri, ancora divieti.
Sono incazzatissimi, non solo i proprietari dei locali, uno su tre non riaprirà mai più, ma anche tutte le società di produzione e servizi che appartengono all’indotto del settore.
In italia il mondo delle discoteche porta un giro di affari pari ad 1 miliardo e cento milioni di euro, dando occupazione a circa 400 mila persone.
L’intero settore, indotto compreso, coinvolge circa un milione e mezzo di posti di lavoro per un fatturato che oscilla tra i 5 e i 7 miliardi.
Ancora una volta pare che questo Paese vada privilegiando i furbi anziché tutelare chi osserva le regole.
Tutti sanno, basta parlare con molti giovani qualunque, che dall’ultima primavera i posti dove ballare clandestinamente sono abbondantemente aumentati nella Penisola. Posti, ovviamente, dove le elementari norme di sicurezza vengono eluse e dove i frequentatori sono consapevoli di giocare alla roulette russa per una notte trasgressiva.
Il rave party di agosto in provincia di Viterbo è ancora sotto gli occhi straniti di tanti eppure, un simil movimento non avrebbe dovuto passar inosservato a chi doveva vigilare.
Il Governo, finto cieco e sordo, preferisce chiudere gli occhi su queste clandestinità piuttosto che agevolare l’unica categoria, davvero l’unica, che ancora è inibita all’attività.
Fanno capienza proporzionale per stadi, mezzi di trasporto (ancora vergognosamente strapieni negli orari di punta) e concerti e non aprono con accesso vincolato al greenpass le discoteche.
In Europa la situazione è molto a macchia di leopardo. In Spagna dopo il liberi tutti per tutelare il turismo giovanile le discoteche sono tutt’ora chiuse; così dicasi dell’Olanda, riapriranno solo a novembre. Sono invece aperte in Danimarca, Svezia, Inghilterra, Francia, Repubblica Ceca e Portogallo, ovviamente previa l’esibizione di avvenuta vaccinazione o tampone.
Chi ama ballare, socializzare, non attraverso uno smartphone ma live, e soprattutto non vede la discoteca come luogo di sballo, è come smarrito dopo quasi due anni di astinenza, perché la musica, il ballo sono rimedi incredibili e sani contro la depressione e l’isolamento, strano che nessuno degli scienziati lo abbia incluso tra le necessità accessorie.
La politica ammette l’ingiustizia (anche perché coi comizi gremisce le piazze) ma come al solito non muove un dito e noi…neanche le gambe.