Oggi sposto la mia attenzione al continente africano ma ancora una volta anche alle coscienze di noi occidentali.
Qualche giorno fa, centinaia di persone, poveri Cristi, hanno assaltato una collina, grattando furiosamente la terra, con le mani, con le pale, con mezzi improvvisati, per “rubare” qualche frammento di oro.
Birava, Sud Kivu, Repubblica democratica del Congo. Una miniera a cielo aperto. Una delle tante. Assieme fortuna e maledizione di quella terra martoriata: la regione custodisce ricchezze minerarie enormi, come l’80 per cento del coltan mondiale.
Purtroppo dopo 48 ore arrivano le milizie armate che cominciano a sparare ma anche, dopo aver pagato tangenti cospicue, una multinazionale.
Alla gente non rimane nulla. Oltre che di diamanti, la Repubblica democratica del Congo è fra i primi produttori mondiali anche di due metalli che la tecnologia sta rendendo indispensabili e quindi sempre più appetibili come forma di autofinanziamento illegale per le decine di milizie che infestano soprattutto l’est del Paese: il cobalto e il coltan.
Pare che anche parte dell’oro utilizzato dalle aziende orafe italiane provenga dalle miniere del Congo ma certificato dal Sud Africa o Sud America, quasi impossibile tracciarlo.
Quando parliamo di Africa, il pensiero va subito ai Capi di Stato tiranni e grandi corrotti, mai una volta che il pensiero vada a parlare dei corruttori.
Eppure quali mani europee, cinesi, americane, svizzere o inglesi spingono sui tavoli borse di soldi per corrompere?
L’Africa contrariamente a quel che da sempre ci dicono è un continente ricco di risorse naturali e se i loro abitanti non venissero sfruttati dalle grandi multinazionali oggi, come dai Paesi colonialisti prima, sarebbero ricchi senza nutrire il bisogno di emigrare.
Se la grande industria dell’automotive o quella difesa ed aerospaziale pagassero davvero il reale valore di quello che estraggono ed esportano, parleremmo degli africani con la stessa dignità degli americani o europei.
Avete mai sentito qualche politico americano o europeo proporre controlli e pene a chi corrompe Capi di Stato Africani entrando nel merito del problema? La risposta è no.
Non c’è interesse se non quello di sfruttare esseri umani già provati di loro da un destino atroce.
Tutti abbiamo delle colpe perché compriamo o usiamo prodotti in parte generati da sfruttamento umano.
Chiudo con le parole del giornalista Vittorio Buttafava :Tutti amano i buoni, ma li sfruttano. Tutti detestano i cattivi, ma li temono e li ubbidiscono.