Ancora non me ne capacito ma accade. Il trend topic Twitter di stamane ma, farebbe lo stesso su altri social come nei bar e negli uffici, sono le dimenticate parole di Sylvestre mentre canta l’Inno nazionale davanti ad uno stadio vuoto.
Quello che si legge è da lasciar senza fiato per la pochezza di contenuto e pregiudizio razzista. A quanto pare siamo al tutti contro tutti.
Basta qualunque cosa per dare il via a rigurgiti di razzismo repressi, sempre lì, pronti ad eruttare.
E’ l’altra faccia di una buona fetta di italiani, anche quelli più miti, tiepidi nell’esternare emozioni, sempre attenti a non infrangere le regole ma leoni da tastiera all’occorrenza patriottica.
Sono il popolo affetto da discromatopsia che li rende esseri umani incapaci di vivere in ambienti e civiltà colorate, loro distinguono solo bianchi o neri a prescindere.
A monte è il razzismo, a valle, l’ennesimo aggrapparsi ai limiti per tirare bordate agli avversari politici, perché la politica ormai, governa e presidia come un grande fratello ogni parola o azione del vicino.
In fondo, l’accaduto, ha però il suo lato positivo. Non fosse stato per questa dimenticanza, non avremmo scoperto che i neri, non provano emozioni.
Un bianco, e le finali di Super Bowl in America infatti lo insegnano (Christina Aguileira, Demi Lovato, Adele) le vive, sa come gestirle.
Un ragazzo di colore e per giunta giovane, deve per forza essere un impavido macho. Del resto cosa volete che sia cantare l’Inno Nazionale davanti ad uno stadio vuoto, sapendo che milioni ti guardano e lo canti tu che hai la pelle nera!
Chi ha insultato Sylvestre per il colore della sua pelle o provenienza, è lo stesso che si commuove concedendo emozioni ad un gorilla cacciato dal branco.
Piuttosto animali ma non neri.
Quante faziosità per un nulla e quanto necessità di crescere in questo piccolo Paese.