Neppure su certi temi esiste più coerenza, che si tratti di violenza sulle donne ocyberbullismo. Mi riferisco alle polemiche sulla partecipazione del rapper Junior Cally a Sanremo. Può il talento artistico sopraffare il buon senso civile? Demonizzando a ragione il soggetto, i media hanno condotto una crociata quasi unanime contro Cally, proprio mentre in casa Mediaset si processava sulla pubblica piazza un imbecille per battutacce da spogliatoio (andrebbero chiuse palestre, bar, e luoghi di lavoro).
Nel frattempo, l’opinione pubblica si chiedeva chi avesse concesso al cantante mascherato di potersi esibire. Per comprendere di chi stiamo parlando, basta vedere questo video di Red Ronnie, un condensato veloce. Disgusto. Nonostante le proteste, la Rai, servizio pubblico che investe su spot progresso (link sopra), conferma l’esibizione, testo della canzone e requisiti sono ok. Certo, la polemica fa audience e gli autori della manifestazione, pagati sempre a caro prezzo, dedicano molto tempo ai colpi di scena, quindi applauso!
Il mondo dell’istruzione però è in allerta. Alcuni insegnanti attraverso gruppi chat invitano i genitori a vigilare sui successivi interessamenti dei figli in rete, queste polemiche hanno generato curiosità e i ragazzi ne parlano. I testi delle canzoni sono un inno alla bestialità, supremazia maschile, violenza fisica e verbale. Possono essere sdoganati con simile leggerezza in nome e per conto dell’audience? Pare proprio di sì. Non solo Sanremo ma anche Xfactor, Amici, stanno svolgendo azioni di sbiancamento d’immagine di rapper/cantanti al limite della decenza verbale.
Cosa strana però, leggere in queste ore un coro di lusinghe per la canzone di Cally da parte della stessa stampa che pochi giorni fa lo estremizzava come pericoloso. Oggi, lo stesso diventa vittima del sistema, cantautore incompreso, persona fragile che usa aggressività per autostima.
Se affermo dissenso per tutto questo, divento sovranista? Che ne pensate ?