New York. Ultima pagina del diario di viaggio nelle Presidenziali americane. Dopo il frastuono, il silenzio, la riflessione. Superato lo sbigottimento per un finale imprevisto, ma non troppo, ho cercato con serietà di comprendere il perché abbia perseguito con motivazione, entusiasmo e attivismo la scelta di supportare Hillary Clinton, e alcune conclusioni hanno modificato in parte il mio pensiero.
D’altronde chi a volte non erra nel fare scelte o apporre giudizi ? No, non sto affermando di aver cambiato idea sul Presidente eletto Trump, ho solo cercato obiettivamente, di scavare nelle radici delle mie convinzioni ed ho compreso che alcune di esse erano edulcorate da illusioni legate alla mia storia personale, alla crescita, all’avanzare degli anni. Sì…esattamente.
Colloco nella casella della positività, quella che ha spronato la scelta, l’aver seguito l’attivismo socio-politico e l’impegno operativo della Signora Clinton sin dall’inizio. Il suo studiare, progettare, edificare azioni che negli anni, dalla sua gioventù in poi, hanno contribuito inizialmente nell’anonimato, a migliorare situazioni di ragazze madri, bambini orfani, immigrati appena giunti per agguantare il proprio “‘American Dream”, oppure portando istruzione a chi non ne aveva mezzi o dotando gli svantaggiati di supporti assistenziali ad hoc. La sua attività legale fonda le proprie radici e competenza sulle problematiche e cause delle minoranze, dei diritti sociali e civili. Crescendo ha poi mixato con attività appartenenti a ben altri status sociali ( alle quale resterà saldamente ancorata ) ma l’imprinting di conoscenza e attivismo originario c’era, e più volte nella sua storia è stato il “leit motiv” di azioni pubbliche. Questo, unito ad altri due elementi : lo sradicamento di un’America dal potere fortemente maschilista pronta ad accettare parità di genere anche al posto di comando supremo e la pluriennale esperienza costituita da relazioni internazionali e operatività politico-sociale sul campo; ha posizionato la mia scelta di sostenerla durante le due campagne elettorali. Cosa allora, ha fatto sorgere in me il dubbio di una scelta sbagliata ? Credo, il suo appartenere al “mio tempo”; lei con il marito Bill ha rappresentato negli anni della mia giovinezza, ( anni del CAF, Craxi, Forlani, De Mita, Andreotti, e compagnia briscola ) l’identificazione del cambiamento, della speranza; la convinzione che l’esecutività spetti alle nuove generazioni mentre le precedenti debbano avere il dovere di trasferire esperienza al fine di sostenere il bene collettivo. E’ su questo passaggio la mia lenta progressione verso il cambio di visione.
Ora comprendo i supporters di “Bernie Sanders”, le centinaia di migliaia di giovani americani che per mesi hanno creduto di poter far crollare “il sistema”.
Vedevano in lei, il vecchio, il radicato, l’inattaccabile, la commistione tra interesse e potere aberrante per il valore di una politica al servizio della collettività. Troppi scandali, certo alcuni dei quali pilotati a dovere, ma altri qualcosa di fondato l’avranno avuto; ambiguità e reticenze hanno contribuito ad alimentare un’avversione delle nuove generazioni e dei dimenticati (middle class) nei favori della signora. Ecco, mi sono per un attimo immedesimato in quei giovani, gli stessi che oggi percorrono le grandi vie d’America con striscioni e cartelli di protesta, ed ho rivisto me anni fa. Sì, ho scelto di supportare Hillary Clinton perché inconsciamente apparteneva alle mei speranze, alle mie certezze, alla mia voglia di cambiamento, ho scelto il male peggiore ma soprattutto ho cercato di fermare il tempo che invece non può essere fermato…mai! La società si evolve, muta, nel bene o nel male, ma è inarrestabile anche di fronte all’egoismo di chi sente il trascorre degli anni come un nemico da contrastare con ogni mezzo, anche a costo di fare scelte controcorrenti e fortemente illusorie.
See you !