La natura selvaggia attirava chi fosse annoiato o disgustato dall’uomo e dalla sua opera.
Non soltanto costituiva una possibilità di fuga dalla società ma anche il palcoscenico ideale sul quale esercitare
il culto che l’individuo romantico spesso faceva della propria anima.
La solitudine e la totale libertà di una terra selvaggia creavano l’ambientazione ideale per la malinconia o l’esaltazione
Roderick Nash , Wilderness and American mind
“Nelle terre estreme”
Bel post, mi piace! 🙂
Ciao ! Ti ringrazio, sei gentile. Amo il libro da cui è tratto il film e queste avventure che vanno oltre il quotidiano impatto con l’ambiente e la nostra capacità di esserne parte integrante. Grazie buona domenica
hehehehhe è verissimo!!! 🙂 buona domenica anche a te, se ti va potremmo seguirci a vicenda 🙂
L’ho fatto con piacere. Ho letto un tuo primo taglio estratto dal tuo libro e credo ne farò un piacevole approfondimento 🙂 Complimenti . Ciao Bruno
ma grazie mille Bruno!!! 🙂 io ti sto seguendo pure 🙂 se ti va aggiungimi su facebook, sono federico calafati,si potrebbe parlare di una collaborazione 🙂
volentieri Federico ora ci vado.
ottimo 🙂
Non ho ancora avuto modo di leggere il libro, ma ho apprezzato e divorato il film.
Quella storia è arrivata dritta al cuore, un po’ come un pugno allo stomaco: una fuga per ritrovarsi spiritualmente. Ammetto che, romanticamente, mi piacerebbe un’avventura simile! 🙂 Un caro abbraccio 🙂
Il libro ti immerge completamente non solo nei luoghi mozzafiato ma soprattutto nel suo modo di pensare , di agire di voler prendere la vita a due mani e dirigerla esattamente dove tu voglia, contro il parere della massa. E’ questa la forza di questo viaggio è lui che strappa la riflessione seppur con la consapevolezza del rischio che in gioco ci sia la stessa vita. Un abbraccione Andrea . Grazie e buona domenica