Da sempre, nutro il massimo rispetto verso chi ha scelto di dedicare la propria vita agli ultimi, parlo di quelle monache e sacerdoti in missioni dimenticate o in periferie metropolitane degradate dalla miseria umana. Sugli accomodati nelle varie curie o peggio ancora nello Stato del Signore molto meno.
La notizia della condanna a 4 anni di reclusione per maltrattamenti nei confronti dei bambini dell’85enne suor Doloretta per 38 anni insegnante d’asilo, riporta alla mente il periodo d’infanzia trascorso dentro Istituti religiosi, con quegli odori di chiuso o di broccolo lessato che dalle cucine invadeva corridoi e aule.
Suore che dietro un sorriso suffragato dalla fede, celavano un rabbia repressa pronta ad essere sfogata sugli alunni alla minima negligenza. Ricordo le volte in cui venni portato per un orecchio dalla cattedra alla lavagna per problemi di matematica non compresi e sbattuto con la testa contro di essa, umiliato di fronte alla classe o di come, pur studiando senza sosta, non ottenevo una sufficienza in italiano (paradossi della vita) solo perché difesi un compagno dalle violente sberle della preside apostrofandola suora fascista.
Eravamo piccoli ma non piccoli idioti, era comprensibilmente chiaro il privilegio concesso a bambini i cui padri erano i facoltosi del Paese le cui abbondanti donazioni all’Istituto creavano quella sorta di reciproca assistenza tanto esercitata nella politica quanto nella “cosa pubblica”.
Anni fa molte di queste ragazze erano predestinate ed obbligate dalle famiglie al matrimonio con Dio, ce lo racconta anche la letteratura, e questo sfociava nel tempo a reazioni emotive fortemente in contrasto con ciò che avrebbero dovuto rappresentare.
Penso a quando sistemando il refettorio litigavano tra di loro, urlando e insultandosi senza ritegno o quando si allisciavano il parroco con sorrisi melliflui venuto per l’ora di religione. Molte negli anni 60’ insegnavano senza averne titolo, lecito forse in un orfanotrofio ma non in una scuola a pagamento, e il Vescovo dov’era? Forse in gita con la Madre Generale…
Oggi forse le cose son cambiate e chi fa professione di fede sente davvero vocazione e amore verso il prossimo e non generalizzo le altre in negativo.
Non voglio paragonare il “vizio” di alcuni sacerdoti verso i minori ma molti di coloro che hanno frequentato orfanotrofi, asili e scuole gestiti da suore portano ancora i segni di traumi irrisolti.