Ingiustizie incomprese.

I dati di ascolto dei programmi che trattano cronaca nera, nello specifico casi irrisolti, mostrano una nutrita fetta di italiani appassionata di crimini, più sono efferati più l’interesse sale quasi a renderlo morboso. Più facile conoscere come celebre il nome di un indagato che di un Ministro del Governo della Repubblica.

Nella ricerca del colpevole però, la Giustizia, già al centro di accese polemiche per la sua inefficienza, si fregia anche di casi giudiziari opachi, tanto da dover riazzerare processi giudicati. Per esempio, errori giudiziari che emergono dopo trentadue anni di carcere scontati da innocente per il sig. Zuncheddu o provvedimenti collocabili nel metodo “due pesi due misure”, a noi comuni mortali inspiegabili.

Pensiamo a Cogne nel caso Franzoni o alla serena messa ai domiciliari della ventiduenne Chiara Petrolini assassina di ben due neonati sepolti nel giardino di casa. Trattamento diverso per Alessia Pifferi che dimenticò a casa la piccola Diana di diciotto mesi uccidendola di stenti, subito arrestata e velocemente processata, non solo a gogna mediatica ma anche secondo legge.

Perchè? Se la vigliacca che ha ucciso i neonati fosse stata un’extracomunitaria avrebbe avuto lo stesso trattamento di favore? Forse no, perché essendo mussulmana, dicono non avrebbe goduto di sacre parentele. Mezza della Milano N.I.P. e quasi l’intera V.I.P sapeva della Gintoneria di Lacerenza e di quale tipo di reati vi si consumava ma i provvedimenti arrivano a scoppio ritardato, più facile e senza ripercussioni arrestare l’extracomunitario all’angolo della strada.

Del resto però, i giudici nel tempo son divenuti un terzo potere intoccabile dello Stato e ne sono ben consapevoli, lenire l’orgoglio con l’ammissione di un errore è cosa impensabile.

Il nostro ordinamento poi, tranne su casi specifici e gravi, non offre potere alla Giuria popolare, contrariamente a ciò che avviene negli Stati Uniti, qui il Popolo è ritenuto ignorante e incapace, per questo i pochi che hanno facoltà di giudizio si considerano Dei dell’Olimpo.

Vorrei citare anche i giudici di pace, funzionari dell’amministrazione giudiziaria o giudici in pensione che con una retribuzione di  circa cinquemila euro mensili, emettono due sentenze settimanali con l’indifferenza più totale, anch’essi patetici supereroi di una giustizia sempre più fragile e incompresa.   

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