Anche la rappresentanza politica subisce nel tempo una lenta mutazione come la genetica. La classe dirigente degli anni ’80 ha spostato, in alcuni modi consapevolmente, la finalità e attività politica dal favorire l’interesse sociale ed economico degli elettori al moderno business, in un certo senso il politico non rappresentava più gli interessi del popolo ma del partito.
Oggi, nella nuova mutazione, possiamo scrivere rappresenti sé stesso. In teoria, secondo ideologia, la destra dovrebbe tutelare l’osservanza delle regole e la sinistra i diritti, ma bastano pochi casi per avvalorare il fate quello che dico ma non quello che faccio.
Il Ministro Lollobrigida fa fermare un treno a suo piacimento, e Piero Fassino ex segretario dei democratici e più volte ministro, risponde:”lei non sa chi sono io” a chi vorrebbe spiegazioni in merito ad un possibile furto.
Nel frattempo la stampa focalizza l’attenzione non sui programmi elettorali di interesse per il cittadino europeo ma su Vannacci che nell’entrare nell’ambitissimo ruolo del candidato, auspica che sulle schede possa essere citato come Roberto Vannacci detto il Generale, facendomi riaffiorare inquietanti ricordi di quando i militari si calano in politica e peggio ancora in Governi.
Tutto ciò solleva polvere che svanirà al primo soffio di vento. Le tumultuose social chat di queste ultime giornate su Vannacci, allontanano sempre più il concetto di democrazia, non per quello che il Generale sostiene come pensiero politico ma per l’inettitudine a voler silenziare opinioni che hanno il diritto, in uno Stato democratico, ad essere espresse.
Per quanto esse possano essere discutibili saranno gli elettori a darne forma e concretezza non la censura, e se Vannacci fosse eletto, significa che molti cittadini credono in quelle idee e valori.
In coda a tutto ciò, non poteva però mancare, il masochismo della sinistra, incapace di imparare dai propri clamorosi errori di comunicazione, vedasi il post con il volto di Vannacci e la scritta “ignoralo”. Gli anziani babbioni dietro Miss Schlein, tornano ad usare la fallace demonizzazione messa in campo per Berlusconi nel’94, raffigurando tempi apocalittici se il Generale fosse eletto.
Se oltre a parole e anatemi la sinistra offrisse invece soluzioni programmatiche alternative e concrete, riporterebbe a sé, elettorati dimenticati come i meno abbienti, artigiani, piccoli imprenditori e lavoratori del ceto medio e non solo statali, laureati e parte delle minoranze.
Così facendo, apocalittico sarebbe il loro ritorno al Governo.