Sembra che i ragazzi quanto gli uomini adulti, sappiano sempre meno accogliere la fine di una relazione, un distacco. Gli efferati casi di cronaca che si concludono quasi sempre al peggio ne sono prova certa. Quello che ancora non è certo, è l’origine di questa deformazione caratteriale, si parla di profonda insicurezza, possessività ossessiva.
La possessività è uno stato profondamente infantile, il bambino vuole possedere tutte le attenzioni e l’affetto della madre. Questo stato può mantenersi anche nella condizione adulta quando si creano grandi screpolature di insicurezza, fameliche di essere riempite fino a fagocitare e divorare le persone e le cose per garantirsi un’assoluta certezza e fedeltà.
Ma possono anche derivare dall’insana abitudine di avere avuto una madre manipolatrice, dominante, che divenuta tale per infanzie sbagliate, passa da vittima a carnefice inconsapevole il più delle volte, e prima o poi gli effetti di quell’amore malato si riversano sui figli.
È vero che alcune mamme hanno difficoltà a staccarsi dal loro bambino perché pensano che lui, o lei, senza la sua indispensabile presenza non può muoversi liberamente nel mondo, e perché lei, la madre, non ha più motivo di esistere senza il suo ruolo e identità materna. In tutto ciò, quelle italiane eccellono, è risaputo a livello globale ovvero, tendono a essere iperprotettive, finendo per crescere ragazzi insicuri, alla ricerca di rapporti dove essere dominati o al centro dell’attenzione.
In genere prima gentili e amorevoli, si tramutano poi in severi controllori della vita altrui fino a cancellare l’identità del partner e la sola idea di perdere il loro amore li fa impazzire fino a far esplodere violenza.
Non dobbiamo però vedere solo uomini malati di amori tossici, sono più visibili perché arrivano a uccidere fisicamente, ma ci sono anche donne possessive che nel tempo, arrivano a logorare la psiche del marito o compagno, sono infingarde al punto da usare il loro essere donne e madri per conquistare la compassionevole ragione di vittima, quando invece sono carnefici.
Il film di Paola Cortellesi, grande successo di queste settimane, è straordinariamente bello, ci pugnala con la feroce violenza maschile esercitata sulla donna ma attendo una cineasta coraggiosa che apra uno squarcio sulla violenza psicologica femminile, alcuni dei tanti uomini divorziati avrebbero testimonianze per una sceneggiatura perfetta.
Caro Bruno, sempre attento a calibrare il tono e le parole. Interessante punto di vista, sicuramente scritto per far riflettere e non solo per avere consenso da chi si schiera da una parte piuttosto che dall’ altra.
Ma qui ci troviamo di fronte ad un argomento come la Guerra: stanno morendo esseri umani in nome di qualcosa che il genere umano ha deciso essere IMPORTANTE… l’essere riconosciuti. Per la guerra si rivendicano diritti persi, per L omicidio ( di qualsiasi tipo uomo o donna) il diritto di decidere della vita altrui. ESSERE RICONUSCIUTI attraverso il dolore inflitto. Chiedersi da dove nasce o cercare di capire il perché di certi gesti è come chiedersi è nato prima L uovo o la gallina? Dovremmo essere in grado di aiutare queste persone prima che possano accadere le tragedie. Perché come hai sottolineato tu, comunque c’è una patologia a monte. A volte di natura caratteriale e a volte genetica. Ma in ogni caso se seguite nei giusti modi sicuramente gestibili.
E quindi mi chiedo perché non lasciare il compito di educare e crescere i figli esclusivamente ai papà. Tu credi che questo possa cambiare L amore tossico? Purtroppo credo che il genere umano non sa donarsi, non sa fare un passo indietro quando è necessario. È troppo preso dal suo Ego, dal voler prevaricare sull’ altro. Il troppo amore non è amore. È solo egoismo. E quindi quello che auspico per il futuro, è che le persone sappiano capire nell’ altro ciò che sono e di che cosa hanno realmente bisogno, e nel caso aiutarli. Perché il diritto alla vita é fondamentale. Forse riusciremo a cambiare questa società malata di protagonismo.
Grazie per condividere le tue opinioni.