Sono giorni in cui atrocità disumane si susseguono e pochi uomini, rispetto ai miliardi che popolano la terra, decidono di infliggere dolore, disperazione e morte a tanti innocenti per soldi, potere e odio.
Nel mentre, un consistente numero di giovani italiani, resta sconnesso dal conoscere la storia che ne origina conflitti e rivoluzioni. Quelli che seguono un telegiornale o leggono un quotidiano on line, si pongono domande, fanno ricerche in rete, cercano motivazioni e traggono conclusioni.
La verità sconcertante è che i programmi scolastici di storia, vengono attualizzati a parole, mentre gli anni passano copiosi con un susseguirsi di eventi, veloci cambiamenti sociali e conflitti irrisolti, gli studenti proseguono ad impiegare la quasi totalità del tempo sulla storia classica anziché proporzionare quella contemporanea aiutandoli a comprendere meglio ciò che accade nel loro Paese e nel mondo globalizzato.
Le politiche variano, le ideologie si spengono e riaccendono, le leadership di Nazioni potenti sbiadiscono mentre blocchi di Paesi emergenti incidono sempre più sugli equilibri di economia e potere.
L’antichità, o periodi di marcata importanza come l’impero romano, il medioevo, il rinascimento o le più grandi guerre mondiali hanno fondate ragioni di esser divulgate e studiate ma il tempo a loro dedicato è eccessivo.
Possiamo ritenere costruttiva l’ignoranza sui decenni di governo democristiano o pentapartito del Paese? Possiamo omettere gli anni drammatici del terrorismo, l’esistenza delle Brigate Rosse e la lotta di classe accanto alle crisi economiche che hanno intaccato noi italiani?
Se si conoscessero i cambiamenti geopolitici dei Paesi africani si avrebbe maggior comprensione dei fenomeni migratori.
Le grandi instabilità politiche legate al sistema elettorale proporzionale, vennero spazzate via con l’introduzione del maggioritario, provocando la fine di un’egemonia democratico cristiana, supportata dal potere temporale della Chiesa.
La cortina di ferro, il crollo dell’impero sovietico e le sue ripercussioni sull’Europa, la Thatcher, Regan e la visione economica che rivoluzionò le politiche sociali.
Il salto di vuoto conoscitivo è enorme e sempre più tangibile, per questo la maggior parte dei commenti social in rete su quel che accade può essere solo mera giustificata ignoranza.