Negli Stati Uniti, la pancia dell’opinione pubblica è sempre più turbolenta quando legge il valore dei dollari utilizzati per il sostegno all’Ucraina.
I Repubblicani, che ne faranno una ragione attrattiva nel prossimo turnover presidenziale, hanno nel frattempo chiesto al governo report degli invii, chiare e dettagliate informazioni circa la motivazione che ha messo in atto la strategia e un severo controllo sull’effettiva destinazione delle armi.
È ufficiale che il governo nigeriano abbia rilevato la presenza di queste armi tra i ribelli qaedisti della zona del lago Ciad e la polizia finlandese abbia rinvenuto armi donate all’Ucraina usate dalla loro malavita.
Nel mentre alla Casa Bianca gestiscono il problema, l’Europa è sempre più logorata sul fronte economico. Grazie al conflitto, diversi Governi iniziano a distaccarsi nelle affermazioni di sostegno economico-militare al Presidente Zelensky avvertendo l’insofferenza dei propri cittadini verso l’incapacità di fermare i contendenti.
La Polonia irritata per la questione del grano, la Slovacchia scettica e l’Ungheria con la quale i rapporti non sono mai stati idilliaci per la scarsa attenzione alle minoranze in Transcarpazia sono solo l’inizio di un possibile cambio di rotta che se non interrotto dalla cessazione della guerra potrebbe portare pessime sorprese nelle urne elettorali di Bruxelles la primavera prossima.
I guai veri però, inizieranno con l’ipotetico ingresso dell’Ucraina in UE, azione che andrà sottrarre risorse economiche dai fondi strutturali industriali e agricoli a Paesi già in sofferenza.
Chi potrebbe quindi porre serie condizioni per giungere ad un epilogo è chiaro siano Cina, America con l’accordo della Russia e buona pace di Zelensky.
La Cina ha una crisi economica di cui occuparsi e nessuno dei due contendenti americani vuole fare campagna elettorale con una guerra sostenuta coi soldi degli elettori. Agli Stati Uniti potrebbe bastare di aver ricondotto l’Europa sotto l’ombrello a stelle e strisce e alla Cina, nonostante il crollo commerciale con l’Europa, aver avvicinato la Russia all’Oriente.
Il paradosso è che ora si torna a parlare di cause e l’imputata centrale è l’allargamento della Nato ad Est… ma come, adesso tutti filo putiniani? Tranquilli siamo solo all’inizio.