Queste parole non vogliono attribuire una connotazione politica, ma esprimere una personale opinione al tema delle Istituzioni. Ieri, riascoltavo in auto l’intervento alla Camera dei Deputati della Premier Giorgia Meloni e scrivo con onestà cognitiva, di aver avvertito un tangibile senso di fastidio, non per il contenuto, quello appartiene alla valutazione politica, ma per il modo, il tono utilizzato.
Da quando è nato, il nostro Parlamento in alcuni casi si è trasformato in un teatro dell’insulto al buon senso e a quel vivere civile che dovrebbe essere la norma per tutti. In primis, per coloro che quel vivere civile lo ‘conducono’ e lo ‘regolano’.
Si tratta di episodi a bassa frequenza, ma esistono e provocano indignazione per chi ancora attribuisce significato alle Istituzioni del Paese.
Abbiamo visto volare schiaffi in aula tra deputati M5Stelle e PD, usare musica come forma di protesta, ascoltare frasi come:”Ti ammazzo con un pugno”, assistito basiti all’esibizione di un cappio al collo e tanto altro che basta e avanza.
L’altro ieri non c’è stata nessuna rissa, ma è stato usato un modo di fare, un tono di voce espositivo che poco si addice, non solo a un membro del Parlamento ma meno ancora ad Primo Ministro della Repubblica.
Un susseguirsi di espressioni modulate con toni acuti, gli stessi con cui il politico mestierante incita le folle nelle piazze durante le adunate elettorali.
Quel tipico tono usato in modo alternato per dileggiare il nemico e umiliarlo di fronte ad un pubblico desideroso che accada proprio nel contesto di una competizione.
A tratti, Giorgia Meloni sussurrava parole lasciando avvertire sogghigni come le è tipico fare, per poi arringare nuovamente i suoi con acuti stringenti.
Un vero peccato, perché più volte l’abbiamo ammirata in Italia e all’estero nelle forme relazionali e diplomatiche più consone e sembrava pure ne avesse confidenza, quasi che la “passionaria di borgata” fosse scomparsa.
Nell’attesa che qualcuno glielo faccia presente, pur sapendola insofferente alle critiche, abbiamo chiaro che MES, Immigrazione e temi finanziari, l’hanno già sospinta nelle europee 2024, facendole dimenticare per un giorno il ruolo istituzionale che riveste.