Come possibile restare inespressivi, non provare un senso di rabbia acuta nel leggere le parole dell’ex AD della holding dei Benetton a processo per il crollo del Ponte Morandi?
Gianni Mion afferma:”nel 2010 seppi che poteva cadere ma non dissi nulla, forse temevo di perdere il lavoro.”Così invece, persero la vita 43 persone e 566 vennero sfollate.
Definirlo persona è troppo, questo soggetto definisce la Società autostrade e la Spea, una banda di cialtroni, un’associazione a delinquere, in quel mondo nessuno si salva. Capite che tutto ciò viene affermato non da un dipendente ma da un ex amministratore delegato.
In questo Paese, dove come in molti altri, fottere il prossimo è definizione di maestria, dove corrompere il controllore è quasi un gioco da ragazzi, si arrivò nel caso specifico al paradosso che la controllante fosse del controllato.
Non mi importa esser tacciato di “populismo” o demagogia spicciola per trovare consensi in chi mi legge, dico che in Italia chi deve controllare, dal poco al molto nel privato e nel pubblico, molte volte è infingardo della peggior specie, camuffato da manichino della giustizia.
Vi è la più comoda ed efficace predilezione a controllare i deboli, gli onesti, quelli che mettono una recinzione per l’orto di casa o che hanno il documento di identità scaduto.
Luci e ombre che vanno dalla compassionevole subdola e consapevole accettazione del lavoro in nero al nero degli incassi quotidiani che almeno metà del Paese che può permetterselo esercita senza scrupolo, commiserando chi evadere non può.
Si va dalla raccomandazione per ottenere il passaporto più velocemente ai concorsi pubblici truccati, dalla multa stracciata ai mancati controlli nella sicurezza dentro aziende e cantieri.
La dignità si è imboscata, qualcuno l’ha rapita, e le persone hanno il valore dei like che guadagnano.
Poi arrivano le tragedie, e i controllori fuggono come sorci nel buio delle loro coscienze, protetti da una giustizia e un sistema che come dice Oscar Wilde:” conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla”.