In molti si chiedono chi possa mai vedere trasmissioni emblema di una televisione al punto più basso di intrattenimento. I rilevamenti di ieri ci dicono però che i telespettatori del Grande Fratello VIP, per citarne una, sono circa tre milioni, mentre quattro milioni seguono Avanti un altro.
Perfino l’Amministratore Delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi ha tuonato contro l’abuso di volgarità del linguaggio dentro la casa.
Tra i tanti che si occupano di televisione, c’è qualcuno che individua la causa nella scarsità di budget per la costruzione dei cast.
Tra poco ad esempio, partirà l’Isola dei Famosi con protagonisti invece pressoché sconosciuti e la preoccupazione cresce proprio perché il turpiloquio potrebbe essere più consumato. Non credo si tratti di cultura, ceto sociale o razza, si tratta di educazione e l’esempio più classico lo vediamo nelle apparizioni di Vittorio Sgarbi.
La televisione da anni ha deciso di tagliare il cordone ombelicale che la legava ad un intrattenimento fatto di costumi, bon ton e linguaggio moderato. Vi era negli autori, nei conduttori e nei frequentatori dei salotti televisivi, la consapevolezza di entrare nelle case degli altri e come ospiti ci si adeguava ad una forma consolidata di rispetto.
Ogni volta che vedo Paolo Bonolis, che peraltro stimo per capacità, intelligenza e cultura, rimpiango la leggerezza dell’ironia di Corrado, il quale con garbo riusciva a far sorridere il telespettatore di fronte al caso umano che esibiva.
Bonolis non conosce limiti, accompagna alla berlina chiunque senza vincolo anagrafico, con il gusto proprio della derisione finalizzata all’audience, rasentando una maleducazione che trasmette sincero imbarazzo in chi guarda ed ha ancora sensibilità umana.
Poi ci sono gli sponsor, brand famosi che da una parte lamentano lo schifo e dall’altro pagano per esserci in questi bordelli.
Allora è impossibile fare un passo indietro e acquistare format diversi?
Quando si dice che le persone sono stanche di tragedie e problemi e vogliono svagarsi e sorridere, meritano tutto questo?
Alla fine però, credetemi, non ci sarà rimedio, perché tre milioni di nostri connazionali non cambiano canale anzi, raddoppiano il divertimento coinvolgendo i social.