Siamo in prossimità del voto lombardo per il rinnovo del Consiglio Regionale e i cambiamenti degli ultimi anni hanno coinvolto un po’ tutti i partiti e movimenti. Mi riferisco a Comunione e Liberazione che alla luce delle ultime informazioni appare invece in sensibile declino.
Per molti, soprattutto i critici più duri a sinistra, Comunione e Liberazione in Lombardia significa potere. Un potere che si è radicato nella sua versione migliore ai tempi di Roberto Formigoni che oggi sconta l’ultimo anno di condanna insegnando italiano alla suore straniere.
Ora invece Cielle sembra tagliata fuori dai grandi giochi politici e decisionali per almeno tre fattori.
Il primo tema è la graduale “romanizzazione” di Comunione e Liberazione. Secondo punto: il grande game-changer, l’ascesa di Fratelli d’Italia nel centrodestra, fonte di cambiamenti strutturali anche per Comunione e Liberazione da cui Fdi è avulsa. In terzo luogo, Comunione e Liberazione appare, per la prima volta dall’inizio della Seconda Repubblica, divisa nei suoi riferimenti.
La discesa in campo di Letizia Moratti contro il centrodestra lo testimonia. L’ex vicepresidente della Regione è figura stimata e apprezzata in ambito Comunione e Liberazione, che aveva appoggiato la sua candidatura anche al Quirinale a inizio dello scorso anno.
Nonostante la conclamata volontà di Giorgia Meloni di ampliare al mondo cattolico non progressista la platea di riferimento dei conservatori di governo, Comunione e Liberazione non è rappresentata nelle liste.E anche Maurizio Lupi, storico volto ciellino, sembra essere in difficoltà nella ricerca di riferimenti. Il tema di fondo?
La mancanza di nomi in grado di emergere dalle tradizionali rappresentanze, come l’università e l’associazionismo.
Comunione e Liberazone sembra percepire la fine di una stagione iniziata con Roberto Formigoni e proseguita con alterne fortune fino allo strappo tra Letizia Moratti e Attilio Fontana.
Una storia di potere e leadership che, nonostante diversi episodi controversi e molte critiche, ha contribuito non poco all’edificazione del modello Lombardia.
Ma nessun gruppo di potere è destinato a durare per sempre.