È ancora presto per esprimere giudizi su questo governo e soprattutto sulla Premier Giorgia Meloni ma alcuni inciampi certo non aiutano a cogliere il meglio.
Uno tra tutti, i continui retromarcia rispetto ai proclami della campagna elettorale e secondo, quel sopra tono di strafottenza che ai molti potrà sembrar simpatico della seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato La Russa.
Sarò alla vecchia maniera ma resto del parere che le Istituzioni abbiamo come abito e senso del dovere anche una forma e quando si viene investiti di ruoli e responsabilità super partes, carattere e comunicazione debbano rispettarla, ai mercati generali tutto è concesso per alzare il tono e accaparrarsi il cliente, in Senato e in ogni luogo dove si rappresenta l’Italia no.
Della Presidente ancora non mi è chiaro se voglia soprassedere a quell’essere controcorrente che l’ha portata dov’è o adeguarsi ad alcune pratiche del potere nell’interesse del Paese.
La sua assenza e quella dei ministri preposti al vertice di Davos, ad esempio, è uno scivolone sollecitato probabilmente per tenere fede alle sue posizioni contro il complottismo e globalismo del sistema.
Se questo fosse vero però, dovrebbe astenersi dal frequentare il Forum Ambrosetti, anche quello frequentato da ricchi manager, imprenditori e politici che parlano di soldi, imprese, business. Un evento esclusivo, chiuso al pubblico, e riservato a pochissimi soggetti. Insomma, una piccola Davos.
Proprio sul lago di Como, la Meloni pose in evidenza lo scorso anno, il pericolo di lasciare l’industria dei chip alla Cina lanciando tra le righe il sostegno alle industrie italiane del settore.
A Davos in queste ore, è presente l’amministratore delegato di Intel, lo scorso maggio proprio lui annunciò possibili investimenti in Italia ed ora frena.
Perché? Ha invitato a cena per l’occasione i ministri dei Paesi dell’Unione Europea dove dovrebbe investire, c’erano tutti tranne quello italiano assente, diciamo noi, ingiustificato nell’interesse del Paese.
Tornando ai miei dubbi iniziali, come dice un proverbio:”se son rose fioriranno” e speriamo a primavera.