Alla fine, ma con il rispetto che merita come persona, Berlusconi riesce perfino a stimolare tenerezza in chi ha letto interviste in questa tre giorni mediatica.
Si dice che chi decida di far politica ami esser al centro dell’attenzione, sia consapevole di un’autostima smisurata e soprattutto in casi estremi, adori il potere, certe volte quello percepibile quando preteso sottovoce e altre quando attraverso un protagonismo sguaiato.
Silvio Berlusconi non ha mai avuto bisogno di alzare la voce, perché il complesso editoriale di proprietà, rendeva tutto alla luce del sole e presente come il ritmo degli spot commerciali durante le trasmissioni.
Una cosa tra tutte non ho citato per capire Berlusconi e le sue prossime mosse, ma credo la più importante. Azzardo un paragone che può sembrare assurdo ma, dopo aver studiato per anni esponenti della politica internazionale, trovo che l’ambizione personale dell’ex Presidente del Consiglio azzurro, sia seconda in potenza solo ad Hillary Clinton.
Questo non significa, siano persone incapaci, ispirate realmente dal forte senso dello Stato ma semplicemente questa devozione ad “esserci” ad “essere” i primi, annienta ogni secondaria motivazione, fino ad arrivare a fargli accettare, contestazioni, insulti e anche odio. Consapevoli che la loro presenza arrivi a dividere persistono.
La prima oramai scrive libri e fa la nonna, non mancando ogni tanto di tirare bordate ai nemici Trump e Putin il secondo, dopo malesseri e silenzi, è tornato pimpante come un quindicenne ai primi turbamenti non appena saputo che Mattarella sta preparando i bagagli.
Che sia un abile stratega è innegabile, lo abbiamo visto nel tempo, come pure uno con chiare e lungimiranti visioni politiche, tanto quanto il suo Mini me Renzi.
Da sempre sa che gli italiani sono moderati, vuoi per la Chiesa vuoi perché con più tutto è tranquillo con più ognuno si fa gli affari propri, lui per primo. In certi casi un bene per il Paese, da anni garantisce lavoro ad oltre 6000 dipendenti (solo Mediaset) senza contare l’indotto.
Ora scalpita impaziente per essere Capo dello Stato. Nonostante il popolo di twitter l’abbia già crocifisso è arrivato a dire “lo farei anche solo per due anni poi per l’età, lascerò il posto”.
Stava facendo bene, aveva impensabilmente rialzato Forza Italia dall’oblìo, per perdersi nuovamente tra sovranisti e leghisti, che, come genitori ragionevoli, di fronte alle intemperanze del bimbo capriccioso, fanno promesse, per poi riderne con amici e parenti.
Gli mancano cinquanta voti, si dice li cercherà a sinistra, l’ha già fatto in altre occasioni… in un Parlamento fatto anche di mercenari sa che potrebbe anche farcela sul filo del rasoio.