Faticano sempre più a tener testa ad un infinito lavoro, gli uomini giusti di una Chiesa tribolata. Una società fragile, confusa, sempre più isolata con sé stessa e meno, con una realtà virtuale che non le appartiene e che la fa sognare.
Una parte delle persone, sempre più in crescita, vive nella povertà assoluta anche se abita nel mondo occidentale, quello sviluppato tecnologicamente, la grande massa, quella una volta borghese e benestante sopravvive ed è quella più aggredita dall’incertezza, più avvezza ai mali conflittuali del momento.
Le vocazioni sono sempre meno, le parrocchie sempre meno affollate. Papa Francesco esorta i suoi ad andare nelle strade, restare vicino agli ultimi e perfino in modo accorato, da quando si è insediato, ad usare misericordia anche per i peggiori peccatori.
Tra pedofilia, finanza, guerre di successione e scandali vari ha un bel da fare nel reggere il timone della Chiesa cattolica.
L’ultimo scandalo di Prato, quello di Don Francesco Spagnesi, ha fatto arrabbiare anche il parrocchiano più irreprensibile e credente nelle parole di Cristo.
La rabbia, perché di questo si tratta quando vieni truffato pensando di donare soldi ai bisognosi e poi scopri che i soldi di cui ti sei privato per una pizza con gli amici, son serviti al parroco per comperare droga e organizzare sexual gay party (sarebbe stato lo stesso se fossero stati etero), è alle stelle.
Il Vescovo ha chiesto scusa, ma non è bastato a discolparlo di aver tentato per mesi di nascondere il losco che stava accadendo in parrocchia.
In effetti, ci si chiede come nessuno si fosse accorto che il prete avesse a tutti gli effetti un compagno, e perché ci sia messo così tanto ad approfondire ammanchi di notevole entità nella partita doppia della parrocchia.
Se però lasciamo a parte la guerra per il potere interno alla Chiesa, cosa che accade tra esseri umanai, ancora una volta tutto il male che mette alla gogna le gesta di molti scellerati uomini di Chiesa, infangando la moltitudine di sacerdoti, eroi comuni al servizio di una società malata, è il tema del sesso.
Quel sostantivo maschile che incute terrore tra altari e sagrestie da millenni. Un’attività naturale appartenente alla fisiologia umana che la Chiesa tende ad aborrire in tutte le sue svariate derivazioni, tranne che per la funzione procreatrice.
Tutti sanno ma nessuno vuole cambiare. Si preferisce continuare a perdonare infami, lasciar che anche i giusti vengano paragonati ai peccatori, e far sì che la castrazione d’istinti naturali crei un serio ostacolo a chi vorrebbe seguire la vocazione.
Le speranze di cambiamento erano riposte su Francesco, ad oggi solo parole e scandali a non finire.