Torno ad occuparmi di politica estera tralasciando le moine sui diritti umani pretese da Biden verso l’Egitto o la questione afgana sgonfiatasi come un palloncino sotto il sole dopo qualche settimana.
Ma resto negli Stati Uniti per parlare tristemente di una caduta libera nei sondaggi della Vice Presidente Kamala Harris.
Con il passare delle settimane il rischio che la sua figura istituzionale si trasformi in una meteora è sempre più reale. Nelle stanze di Capitol Hill non si parla d’altro, tra addetti ai lavori e membri del Congresso.
Sondaggi vicino ai conservatori la danno come la peggior Vice Presidente della Storia, nonostante il breve periodo d’insediamento ma anche sondaggi dei radical dem la portano come la meno brillante dalla fine della guerra fredda.
Il tasso di popolarità tra gli elettori della Harris è pari al 42% contro il 50% di opinioni sfavorevoli.
Non le viene perdonato dalla sinistra radicale l’avvicinamento ai repubblicani durante la visita in Sud America sul fronte immigrazione ma soprattutto l’opinione pubblica non ha gradito il silenzio durante la tragedia afgana, era irreperibile.
Kamala Harris comunica pochissimo con i giornalisti, si sfila facilmente e in quei giorni ha fatto alterare tutti. Si tratta di un evidente incapacità di elaborazione politica, in grado di dare risposte, comunicare.
La prossima settimana al Senato dovrà reggere l’onda d’urto che vorrebbe affossare i pacchetti di sostegno economico di Biden non solo da parte repubblicana ma anche dei conservatori democratici.
Quello che appare evidente è che la moda di utilizzare soggetti politici dem molto cool, tanto cari ad Obama, prelevati dalle minoranze per allargare il bacino elettorale, non paga se non vi è un fondo di capacità politica, leadership e gestione strategica.
Ancora una volta il fantasma di Hillary torna facendo intuire che il compromesso di un’appartenenza al sistema, paga però con cultura, esperienza e capacità di gestione utili in momenti in cui un Presidente deve agire, governare e generare consenso in Patria e all’estero.
Immagine e retorica finiscono per diventare sinonimi di improvvisazione se non sapientemente dosati.
Il presagio che le elezioni di metà mandato finiscano male in casa democratica è abbastanza prevedibile ma quel che è peggio la visione alla scadenza più importante quella del rinnovo mandato nel 2024.
Se non inverte la rotta, la Harris verrà sistematicamente attaccata su tutti i fronti durante le primarie dem, qualora Biden si eclissi, e anche questa volta le probabilità che alla Casa Bianca sieda una donna Presidente saranno ridotte a un lumicino lasciando intatto quel soffitto di cristallo, metafora gradita all’intramontabile Madam Clinton.