Che i danni maggiori durante la pandemia, primi fra tutti le 129 mila morti in Italia li abbia fatti la pessima comunicazione credo ne siamo tutti convinti.
Abbiamo assistito e assistiamo tutt’ora, ad un terrorismo mediatico senza precedenti. Dalla politica alla scienza il passaggio del testimone è stato giornaliero.
Si parte da quella pessima gestita dall’ufficio stampa di Astrazeneca causando migliaia e migliaia di inutili defezioni, arrivando agli spauracchi arcobaleno delle zone più o meno proibite.
Perle di scoordinata, egocentrica incompetenza comunicativa in grado di rimpolpare di argomentazioni il più che discutibile popolo dei no vax.
L’ultimo scivolone in ordine di serie è ancora del controverso Ministro della Salute Roberto Speranza. Ieri, dalle pagine del Corriere della Sera ha rilanciato con semplice naturalezza l’ultima di una serie di minacce: “più vaccini o si rischiano chiusure”.
Ma come Ministro, siamo quasi al 72% di copertura nazionale e dopo tutta l’osservanza di regole prima, chiusure forzate e poi profilassi vaccinale adesso siamo di nuovo alle minacce di lockdown?
E la famosa immunità di gregge? Se ben conosco la materia, le sue affermazioni rendono il trofeo del Green Pass una semplice patacca. Siamo in piena ripresa economico produttiva, stiamo rialzando la testa su tutti i fronti e lei torna a minacciarci dal suo bunker ministeriale?
Lo sa che siamo stanchi di esser insultati, screditati e minacciati verbalmente da tutta una serie di leoni da tastiera e scienziati improvvisati che ci danno ogni giorno degli sfigati e sottomessi al potere sanitario e di multinazionali farmaceutiche?
Lo sa che la vostra mollezza decisionale, per non parlare dell’ambiguità circense di alcuni del tenere un piede in due scarpe ha causato impensabili litigi al limite dello scontro fisico tra amici di lunga data, colleghi e anche famigliari?
Ha mai pensato di aver dedicato troppo tempo a scrivere regolamenti (a volte con parere contrario del Comitato Tecnico Scientifico, molto più soft del potere politico) e molto meno ad organizzare severi e reali controlli sul campo?
Ad oggi, non avete ancora risposto a molte domande e non averlo fatto, non permette agli indecisi di varcare il guado e vaccinarsi.
Una fra le tante: perché per viaggiare su treni a lunga percorrenza devo farmi rilevare la temperatura ed esibire il Green Pass mentre se salgo su un regionale posso liberamente rischiare di contagiarmi? Il principio è più scientifico o politico organizzativo?
Se mi sono vaccinato perché devo cenare dentro un ristorante anziché all’aperto, dando posto ai no vax o non posso incontrare qualcuno in casa di riposo?
Senta il dovere di tutelare chi rispetta le regole ministro, salvaguardando anche la libertà personale e soprattutto quella d’impresa dove, per un datore di lavoro chiedere un semplice tampone significa rischiare la querela.
Abbiamo bisogno di una politica del coraggio.