In queste settimane girano voci nei corridoi della politica americana ed internazionale, che potrebbero sembrare fantapolitica ma non ci scherzerei molto.
Ancora una volta l’innominabile Donald torna ad angosciare i democratici. Il politologo estremista Steve Bannon, colui che portò Trump alla Casa Bianca nel 2016, lancia un monito: se il prossimo anno i Repubblicani riconquisteranno il controllo della Camera, Trump potrebbe diventare il nuovo Speaker per il partito e quindi spiccare il volo per il 2024 come candidato per la riconferma negata.
Trump potrebbe candidarsi nel 2022 all’Assemblea della Camera ed è inutile storcere il naso, esiste un precedente. Nel 1831, John Quincy Adams venne eletto alla Camera dopo essere stato Presidente degli Stati Uniti.
Ma perché tutto questo sembra più che una semplice strada tracciata per la vittoria? Lo spiega con cognizione di causa il Segretario Generale della Fondazione Italia-Usa, Daclon.
Ad aprile doveva chiudersi il consueto censimento decennale nel Paese ma la situazione pandemica ha ritardato a settembre l’elaborazione dei dati.
Variazioni delicate potrebbero verificarsi a seguito della redistribuzione della popolazione e quindi variare anche la ripartizione dei 538 grandi elettori che decideranno il nuovo inquilino a Washington.
Cosa preoccupa però? In prima analisi che la ripartizione riguarderà anche Stato per Stato i nuovi eletti e pare, dalle prime indiscrezioni, alcuni degli Stati in cui Biden ha vinto per un soffio, potrebbero passare all’elefantino repubblicano rendendo possibile non solo la riconquista della Camera ma successivamente la Casa Bianca.
La California ad esempio perderebbe un rappresentante mentre la Florida ne guadagnerebbe due e il Texas addirittura tre.
Quell’esiguità che ha consentito a Joe Biden di accasarsi potrebbe esser fatale ai democratici che, tornando a parlare del controllo della Camera ad esempio controllano solo per 10 deputati.
Nel frattempo gli analisti indicano che Biden in questi primi mesi ha colpito per la raffica di azioni positive, dalla sanità all’economia, sorprendendo più che Obama nello stesso periodo, dal quale gli americani si aspettavano prodigi.
Di certo Biden ha voluto fare i conti con l’età, preferendo non rimandare giocandosi il consenso ricevuto.
Ma che si dice dietro le quinte, si ricandiderà? Kamala Harris resta nell’ombra ma pare gravata da molte mansioni a supporto del lavoro Presidenziale.
Il suo silenzio sulla scena è una chiara lettura strategica di non bruciare ad inizio Presidenza il possibile futuro candidato.
Più le uscite pubbliche sono evidenti, maggiori sono i rischi di commettere errori ed arrivare al 2024 bruciati.