In questi giorni sono molte le interviste che ho rilasciato, in quanto esperto di Relazioni internazionali sul tema dei possibili nuovi scenari nei Mercati Globali e la prossima settimana terrò un importante webinar nazionale sul tema.
Per questo ho chiesto ai colleghi a Bruxelles e a Washington di darmi un aggiornamento che oggi vi riporto, certo di farvi cosa gradita e aiutandovi a comprendere meglio.
E’ in atto una crisi sociale e occupazionale, dovremo però convivere con queste sfide globali. Sarà molto difficile tornare ai tempi della normalità.
Abbiamo perso tra il 9 e 10%del PIl e il mondo il 3,9%. Tutto questo decreta la fine della globalizzazione? No ma questo è stato un tagliando alla validità del sistema.
Mentre noi disperiamo, oltre il 50% della popolazione mondiale ha visto invece effetti positivi, milioni di poveri sono usciti dal loro stato sociale di ultimi.
La pandemia ha narcotizzato le rivolte sociali che erano già in corso anche in Europa e riprenderanno in maniera più forte non appena tutto questo sarà finito. Torneremo ad una normalità peggiorata.
Per un anno i Paesi europei si occuperanno di politica interna più che di estero. Finita l’epoca del rigore, del debito pubblico? Ni. Il 2021 sarà l’anno della ripresa, grazie all’opportunità del Recovery Fund ma purché il debito pubblico sia sano, usato per cose giuste.
Il mondo ha tifato Biden ma, Trump non era il colpevole dei problemi del mondo e dell’America.
Biden inizia con gli indicatori economici peggiori di tutta la storia americana e dobbiamo essere cauti con le aspettative: priorità ai vaccini, non vuole dazi ma nemmeno il vogliamoci tutti bene, no alle incertezze diplomatiche e una ferma decisione al ritorno al multilateralismo.
Il nemico sarà la Russia, non la Cina, sulla quale Biden tenterà piuttosto un isolamento commerciale mettendo a dura prova gli alleati europei rischiando spaccature e quelli del bacino orientale.
Intanto la Cina rende orgoglioso il popolo dichiarandosi vincente sulla pandemia e ripresa economica, monta il nazionalismo e a macchia di leopardo prosegue l’espansione mondiale.
Serve una politica congiunta mondiale di contenimento del colosso cinese. Gli Usa incalzeranno sui diritti umani, su Taiwan e Hong Kong e la telefonata di Biden a Putin di ieri citando interferenze nelle elezioni pregresse e i troppi attacchi cybernetici, copie di brevetti intellettuali e tradimenti in Afganistan ha aperto le danze a nuovi scenari.
Noi intanto nuotiamo nella crisi con un opinione pubblica social questa volta indifferente, pochi tweet e tanta amarezza.