Sono i momenti peggiori quelli in cui i tuoi punti di riferimento si dimostrano tali, oscurando timori, rassicurando, e soprattutto indicando una visione di come si debba oltrepassare la tempesta o, cosa ci attenda una volta finita.
Nelle società civili e democratiche, questo compito spetta alla politica, un compito tramandato dal greco antico, il quale indicava l’arte, la tecnica del governare.
Vi sono colpe reciproche ma il risultato, se penso ai professionisti della politica è stato ancora una volta deludente. Deve abbattersi uno tsunami dal centro della terra, o aprirsi il suolo come una voragine sul Paese, perché si possa arrivare a dare segni di unità, rinfoderando le spade verbali?
Quanto costa a questi uomini seppellire ego, individualismo e potere in cambio di collegialità costruttiva, perché finché non lo faranno, il costo più grande lo pagherà il Paese.
Il Presidente del Consiglio, da politico improvvisato a primadonna compiaciuta di star sotto i riflettori e come una celebrità rifiuta di divedere il palcoscenico ; Governo ottuso ad ascoltare opposizioni propositive per la paura di dover dire un giorno è stato merito loro.
E le opposizioni? Solo negli ultimi giorni hanno abbassato i toni, l’esser davanti ad un Paese inginocchiato, stremato e anche impaurito non ha corroso la tentazione di approffittare della situazione per screditare ogni decisione governativa.
Sorvolo sui maestri del giornalismo, mi basti pensare a MariaGiovanna Maglie che stimo da sempre, per capire che la tregua non è mai iniziata, quasi ad augurarsi le sciagure fossero ancora più grandi per demonizzare i nemici al governo.
Si distinguono in pochi e allora, risentiamo i moderati, vecchi democristiani con nuove casacche, loro il senso di Nazione non l’hanno mai perso, il rispetto delle Istituzioni neppure.
Col mare in burrasca ci si affida volentieri al “tutti per uno”, quello che, sottovoce, in un passaparola silenzioso, ha portato medici, infermieri, volontari e protezione civile ad essere eroi del nostro tempo.