Se consideriamo la capacità dei Comuni di riequilibrare i bilanci attraverso installazioni perpetue di autovelox, oramai installati anche sulle rampe di uscita dei garage privati, non possiamo che rassegnarci di fronte a negligenze sociali sempre più evidenti: la questione dell’edilizia residenziale popolare, la cosiddetta “social housing” per usare un termine snob.
Solo il 3,7% delle risorse viene adibito a questo tipo di interventi. Si parla sempre e solo di degrado, di inquilini morosi, occupazioni abusive, ci si dimentica invece di precarie condizioni di sicurezza, manutenzioni lacunose al limite dell’agibilità ecc.
Sull’onda di un ultimo caso di cronaca, padre, madre e due bambini in ansia per uno sfratto improrogabile a fine marzo, si punta l’obiettivo su un dramma comune e male gestito se non aggravato da una beffa generata come sempre, da una burocrazia nauseabonda del tutto italiana.
I due genitori prima, chiedono di essere inseriti in graduatoria ma hanno 7 mila euro di reddito, (altissimo) troppi, per essere bisognosi; poi nell’arco di un anno, il padre operatore presso una cooperativa, perde il posto e la madre, restando incinta del secondo figlio, perde il rinnovo del contratto presso il bar per il quale lavorava.
Tornano disperati a far domanda, (ora pagano 700 euro di affitto per 40 mq) risposta? Sono indigenti, troppo, non hanno reddito per potersi permettere l’affitto. Fatti gentilmente accomodare in altre strutture pubbliche a trovare soluzioni.
In casi come questi, non voluti certo da una famiglia come tante, ed essendo la questione oramai divenuta fenomeno sociale, non sarebbe il caso di essere lungimiranti e investire in politiche sociali più vicine al cittadino? Ma, in una società dove tutto fa business e il capitalismo impera, ognuno si sbatta per risolvere i problemi.
Mi sembra di sentire in sottofondo …”tanto le case le danno agli immigrati, per questo non ne hanno più… non importa se a richiederle sono famiglie che da quindici anni lavorano e pagano regolarmente le tasse, acquisendo di diritto gli stessi requisiti d’accesso…l’importante è generare vittimismo ed allontanare le responsabilità di chi amministra.