Ho trascorso queste ultime settimane tra alture, colline, mari, spiagge, discoteche e centri storici. Pranzato e cenato in rifugi, pub, bistrot, piadinerie, street food e ristoranti con un pieno di recensioni social; come molti rilassato, divertito, annoiato, immerso talvolta in masse di persone o poche in gruppo. Nel semplice ma quantomai raro esercizio dell’ascolto ho però fruito indirettamente di quelle che lo psicanalista svizzero Jung, definisce “nevrosi” ovvero, nient’altro che un tentativo di soluzione individuale (non riuscito) d’un problema generale“, cioè il risultato finale di un confronto conflittuale tra le pulsioni intrinseche dell’individuo e l’ambiente e il tempo in cui vive. In questo caso prendo a prestito una sua definizione, trovo calzi a pennello e la attualizzo :
” L’uomo contemporaneo è cieco al fatto che, con tutta la sua razionalità ed efficienza, è posseduto da “poteri” che sfuggono al suo controllo. I suoi dei e demoni non sono affatto scomparsi; hanno semplicemente nuovi nomi. Li dominano con l’irrequietezza, vaghe apprensioni, complicazioni psicologiche, un insaziabile bisogno di pillole, alcol, tabacco, cibo e, soprattutto, una vasta gamma di nevrosi, aggiungo io, smartphone, devices, e social APP.”
Poche volte ho visto uomini, donne, ragazzi o bambini, dritti con lo sguardo a ciò che volgeva innanzi, le loro teste a cadenza irregolare, puntavano in basso verso i display di quegli involucri tecnologici che distolgono dal reale, dall’attimo fuggente, quell’istante intriso d’energia vitale necessario a comprendere si stia nel pieno dell’esistenza terrena, avvolti dalla natura, sentimenti, emozioni, gioie, dolori. Tracce profonde di incomunicabilità tra nuclei famigliari, d’amicizia o conoscenti. Esempio: al Pachà di Ibiza, tempio della dance mondiale, un evento con Calvin Harris, D.J. fuori classe, ebbene… sconcertante trovarsi in mezzo a migliaia di persone compresse all’inverosimile senza che muovessero un piede, un braccio per danzare sulle note del proprio idolo ma, nella loro immobilità, creavano un muro di mani alzate con smartphone in diretta sui più famosi social, l’evento non era un loro fine ma il mezzo con cui dire al mondo “io c’ero”. Non importa non abbiano osservato come crei, lavori e governi migliaia di persone un artista consacrato, o si consumassero nel divertimento, hanno trascorso quasi cinque ore ininterrottamente osservando il display puntato verso la consolle. Ma, fra tutte queste nevrosi, la peggiore osservata ed insopportabile durante queste trasposizioni in luoghi italiani o non, è stata la netta percezione della prepotente avanzata dell’ego, quasi fuori controllo dalle persone.
” Pochi in conversazione ascoltano, moltissimi parlano, a tratti sovrapponendosi quando non certi di avere la meritata attenzione.”
Fateci caso quando vi capiterà, vi renderete conto di quanto, persone sconosciute o anche vostri conoscenti, ma anche quanti amici o parenti, abbiano capacità innate di dissertare su ogni argomento discusso, seppur in assenza di qualunque sufficiente competenza. Il super “IO” poi, esplode nel momento in cui, qualcuno pone le proprie esperienze in temi generali, quali viaggi, lavoro, famiglia ecc. ad ogni affermazione di chiunque, la “star, lo sbiadito protagonista” mendica l’attenzione rivendicando subito : “Io ho provato, io ci sono stato, io ho trovato di meglio, io conosco luoghi, locali, persone, fantastiche…” . Di qualunque politico, personaggio dello spettacolo, imprenditore famoso parliate, l’idiota col super ego conoscerà vita, morte e miracoli per non dire qualche strano collegamento con persone che gli siano parenti o amici affini. Captano tra le righe vi serva qualcosa ? Conoscono rimedi, persone o negozi ove farvi ottenere il meglio a prezzi stracciati. Loro, sono il Mercato noi solo degli sprovveduti… Forse non vi eravate accorti ma la tecnologia e i media hanno contribuito ad accrescere nuovi “Messia” sono tra noi, accanto a noi, a tavola, in ufficio, per strada, non moltiplicano pani e pesci ma solo parole, così tante, da rendersi indisponenti e agli occhi di tutti solo dei piccoli “idioti” sotto il sole d’agosto.