Ha ancora senso usare il termine Istituzioni ?

Lo spunto, dall’intenso ed emotivo intervento della Senatrice Emma Bonino durante una seduta a Palazzo Madama, rivolto in gran parte ai Senatori Grillini, volto a chiedere maggior rispetto per le sacre Istituzioni dello Stato. Il titolo del post? Tranquilli. Non è una dichiarazione d’anarchia ma una semplice riflessione nata dalla comparazione di alcune affermazioni. La prima indica il significato di “Istituzione” : configurazione di sovrastrutture organizzate giuridicamente il cui fine è di garantire le relazioni sociali, la conservazione e l’attuazione di norme, attività sociali e giuridiche stabilite tra l’individuo e la società o, tra l’individuo e lo Stato sottratte all’arbitrio individuale e del potere in generale. Per essere ancor più preciso, ripesco le parole di L.Saint Just, rivoluzionario e politico francese, incarnò il terrore durate la Rivoluzione Francese. Egli scrisse :

«Le Istituzioni costituiscono per il governo di un popolo libero, la garanzia contro la corruzione del governo. Solo l’Istituzione può incatenare il delitto e l’ingiustizia contro l’arbitrio, noi vi proponiamo istituzioni civili per le quali anche un bimbo possa resistere all’aggressione di un uomo potente ed ingiusto. Ci sono troppe leggi e poche Istituzioni civili… più istituzioni ci sono, più il popolo è libero.»

E, a memoria, anche per aver vissuto un pezzo di storia d’Italia dentro i Palazzi ma non solo quelli italiani, comprendo già che qualcosa non và. Rileggendo il pensiero, emerge che queste parole diedero forza ad una delle più importanti Rivoluzioni quasi una pietra miliare delle democrazie occidentali ma oggi, accendendo un dibattito, quanti sarebbero disposti a considerare vera questa affermazione, soprattutto alla luce dell’attuale ordine della società geo-politica mondiale? Credo pochi o, passatemi il termine, forse i tanti con le radici sulle poltrone proprio di queste Istituzioni. Cosa me lo fa pensare ? Affermazioni profonde di significato, descrittive proprio dello Stato sociale e delle Istituzioni… in Francia per esempio, ed ecco la seconda affermazione tratta da un’intervista a Edouard Luis scrittore 26enne francese, presente alle proteste dei Gilet Gialli :

Le persone dicono ‘non ho i soldi per mangiare, per far mangiare la mia famiglia. Natale sta arrivando e non posso comprare i regali ai miei figli’. Per me una frase come questa è molto più politica, più forte, di tutti i discorsi su ‘la repubblica’, ‘il popolo’, ‘la convivenza’. È il corpo dell’esclusione sociale. Di persone che vivono nella precarietà, che vengono da famiglie che da cinque generazioni non ricevono un’istruzione. (…)

Mi viene quindi spontaneo pensare : se le Istituzioni sono un punto fondamentale per le democrazie ma esse sono rappresentate e caratterizzate da soggetti politici i cui comportamenti disattendono proprio quella garanzia di protezione che dovrebbero tutelare, allora le Istituzioni sono svuotate del loro senso vitale e primario. Che senso ha gridare al mancato rispetto delle Istituzioni ( tanto per capirci, come in una giostra, prima o poi lo fanno tutti, prima di arrivare al potere o quando vi sono, ma si trovano all’ opposizione ), quando le stesse rispondono solo ai poteri forti dello Stato o intervengono a blanda chiamata della vittima politica di turno ? La Senatrice Bonino, alla quale va tutta la mia stima come persona e al suo senso del dovere e rispetto dello Stato, evoca un richiamo per Istituzioni che non sono estinte, per fortuna ma, sono fragili, vuote, o quantomeno lontane dall’appartenere e tutelare gli interessi dei molti. Qualcuno potrebbe obiettare, nella fase di diatriba con l’U.E. sulla manovra finanziaria, solo il buon senso delle più importanti Istituzioni ha evitato il peggio salvaguardando il popolo, certo, ma sono interventi di facciata perché, quasi tutti, ma azzardo tutti, sono oramai consapevoli che la corruzione ha superato le paratie dello spartiacque tra lecito ed illecito a qualunque livello e  settore dall’alto in basso. E’ un’ attitudine non solo italiana di questi decenni ma come sembra, francese, ungherese, polacca, russa, turca, americana … forse globale. E’ pensare male, credere che oggi, le tanto ostentate Istituzioni a difesa delle democrazie siano sotto assedio dagli stessi poteri che le hanno fatte proprie ed esclusive? Non le hanno forse indebolite anziché fortificarle di quel senso di collettività invece smarrito e tenuto al guinzaglio ? Forse no. Le Rivoluzioni accadono ciclicamente nei secoli ed hanno tra le pieghe, il vantaggio di azzerare modelli sociali e di potere allo sbando, non più al servizio del popolo. Mi sento in conseguenza di scrivere, personalmente, che forse se ne senta davvero una mancanza, anche in questo Paese… non me ne voglia la Signora Bonino.

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