Casi che suscitano ilarità ma anche tanta rabbia, tanta da chiedersi : a cosa serve un eccesso di burocrazia? Per l’ennesima volta poi, le inefficienze del pubblico ricadono sui singoli, come ? Ora descrivo. Due amici bresciani hanno una cucciola di un anno e mezzo, razza “borzoi”in pratica, un levriero russo. Un caldo pomeriggio estivo di luglio, mentre il cancello automatico procede alla chiusura, come un lampo, quello splendore di “Kaila”, imbocca l’uscita che dà su boschi e stradine nelle colline. Si muove come il vento, ed appena i proprietari si rendono conto dell’accaduto, la cucciola è già fuori portata. Come altri nella stessa situazione, preoccupati, si affannano alla ricerca, chi da una parte, chi intento a divulgare sui social per ottenerne aiuto. Qual’è la maggiore speranza in questi casi ? L’immediato ritrovamento, ma se ciò non accadesse ? “Il microchip canino“.
Infatti, nel nostro Paese, l’art.4 , lettera b, dell’accordo 24 gennaio 2013 (Ministero della Salute) , prevede l’obbligo di registrazione all’anagrafe canina in materia di animali d’affezione. E tutto ciò, esalta finalmente il raggiungimento di un principio civile. Torniamo alla vicenda. Dopo qualche ora, in cui amici, anche delle varie associazioni canine si mobilitano senza esito, i proprietari ricevono finalmente l’attesa telefonata. Kaila è stata ritrovata. Sta bene, sana e salva solo, un pò spaventata. La libertà ha sempre un costo. Ma chi ha trovato la cucciola ? Una coppia di ragazzi, ha notato l’animale disorientato in prossimità dell’ingresso in tangenziale (pensiamo al pericolo corso). Si sono avvicinati. Ottimamente socializzata, Kaila si lascia accarezzare, gioca. Subito, i ragazzi comprendono, dopo aver chiesto anche ad altri presenti, che il cane si è perso. Da persone civili quali sono (quanti l’avrebbero fatto ?) decidono di portare l’animale da un veterinario, il microchip potrà identificare i proprietari, proprio l’elemento “speranza” nutrito dai miei amici. Giunti all’ambulatorio, il veterinario visita la cucciola e la trova solo un pò spaventata, ma tutto ok . Ed ora il paradosso. Quando si avvicina con lo scanner per leggere il microchip, si blocca. e rivolgendosi ai due dice : ” mi spiace ragazzi” non posso far nulla, il microchip non è dell’Anagrafe canina della Regione Veneto (la località di questi amici è tra i confini di Lombardia e Veneto), non possiamo leggere chip emessi da anagrafi canine di altre Regioni“. Sì, avete letto bene. Il lieto fine è avvenuto per un colpo di fortuna. All’uscita dall’ambulatorio, sono stati fermati da una signora, amica del proprietario, avendo riconosciuto il cane , ne ha atteso l’uscita. Chiarito il tutto, ha raggiunto telefonicamente i proprietari, immediatamente accorsi a riprendersi Kaila. Ora, e questo è il motivo del post, pensiamo, non solo a quanti cani vengono abbandonati in questa stagione ma anche a quanti, trascorrendo le vacanze in luoghi remoti del nostro Paese, perdono il loro cane per un banale incidente. Le speranze di ritrovarlo, con questo inefficiente sistema sono ridotte all’osso. Anche se qualcuno lo trovasse, non potrebbe identificarne i proprietari… almeno, se non recandosi nell’anagrafe regionale che l’ha emesso, (immaginate gli orari degli uffici in estate). In sintesi, i database delle anagrafi canine regionali non permettono una lettura trasversale nazionale agli ambulatori veterinari . Non ci vorrebbe molto nell’era tecnologica vero ? Pensiamo ad esempio, questo accade già nel caso dei felini, gli ambulatori leggono il chip a prescindere dalla Regione emittente. Bel danno sociale . Altresì, qualora il proprietario legittimo non vada a riprendersi l’animale al canile di competenza, tutti i costi di gestione graveranno sulla spesa pubblica. Chi trova, porta al primo canile . Il canile riconosce la Regione di appartenenza dell’animale, lo spedisce a quello di competenza con le visite sanitarie previste. I costi sostenuti ricadono quindi sui cittadini, solo qualora venisse invece identificato il proprietario, al ritiro, lo stesso si accollerebbe ogni spesa. Confido nel vostro senso civile, sarebbe auspicabile, questo scritto trovi spazio nelle bacheche dei vostri profili o account twitter, approdando magari anche in qualche redazione. E per chiudere, chiedo al neo costituito partito della Signora Vittoria Brambilla, quali azioni intenda avviare per rimediare ad una così assurda inefficienza, con ricadute non solo, sulla sopravvivenza dei nostri amici cani ma, anche delle tasche degli italiani. Non vorremmo che, finita la pesca elettorale, (il partito si è costituito il 16 settembre 2017) il tutto fosse focalizzato a temi di forte valenza esclusivamente politica ( es.tema della caccia). Grazie del vostro apporto. Condividi.
GRANDE BRUNILDE
Grazie ! 🙂