Una delle voci femminili più marcate, e caratteristiche, in aggregato alla straordinaria capacità interpretativa, (in questo caso gli aggettivi non sono di forma) hanno fatto di questa donna-artista uno dei personaggi della musica italiana più amati nel tempo. Queste righe non intendono attribuire altri onori alla carriera di Mimì e, tantomeno volgarmente incunearsi tra le pieghe del suo privato, troppo impropriamente invaso quand’era in vita. Solo, vogliono essere una memoria storica, è bello ogni tanto rievocare chi tanto ha regalato alla musica ma anche al proprio Paese. Ciò che ha colpito ascoltando questo brano, oltre l’interpretazione e le suggestive vibrazioni emozionali , sono state le parole del testo. Era il lontano 1992, quasi fine secolo, di anni ne sono trascorsi 26 e quel testo sembra scritto da una mano odierna. Come autrice, Mia Martini in questo brano, trova il coraggio di andare oltre la sacralità della superficialità della musica pop, molto in tendenza in quegli anni, dopo un inabissamento della musica d’autore. Scava tra le piaghe che affliggono la società , passando da temi come la perdita di valori, all’ingordigia del denaro, alla morte delle idee, identificate come motore per cambiamenti, per volteggiare sopra l’immagine di una società sempre più conformata a stereotipi e condizionamenti di massa. Non tralascia la violenza, sottintesa anche quella efferata degli uomini verso le donne, come pure l’immigrazione e il dramma dell’indifferenza sociale. Grande capacità di intuire il futuro che sarebbe stato, peccato in questo caso non abbia sbagliato una sola convinzione. Trascrivo il teso affinché possiate in pochi secondi leggerne il valore, ascoltandone poi la canzone attraverso il video. PS. Il Dio indicato, nonostante allora, qualcuno lo volle accostare subito a quello cristiano, potrebbe esser stato un Dio qualunque, quello di ognuno di noi, affannosamente ricercato in momenti di smarrimento e confusione per ottenerne risposte e conforto.
DIO c’è di Mia MARTINI
Non ci sono piu’ valori nella vita – no!
non ci sono piu’.
e’ il desiderio del denaro che ci guida
come un gas – ci spinge su’.
dio – dio – dio – chi ci crede piu’
fra poco avrai vent’anni
e ci rimetterai le penne – anche tu.
occhi al cielo e suole al suolo
amore come vedi – la morte delle idee
non lascia buoni eredi.
e tutti chiusi in un recinto
e la natura fa’ da parco
come indiani da riserva
condannati in questa merda – noi
che non ci basta mai
Vite impazzite come code di lucertole tagliate
e chi ci ferma piu’
c’e’ bisogno di un sogno in questo mondo
senza uscite – puoi darmelo tu.
dio c’e’ – dio c’e’
che ti bussa per lavarti i vetri
sopra i muri scalcinati sui portoni
non c’e’ solo quello che hai nei calzoni, no!
dio c’e’ – guarda fuori
c’e’ qualcuno che ha bisogno
che non siamo soli
e tu gridalo sui muri dio c’e’ canta con me.
non ci sono piu’ valori nella vita, no!
forse – non ci sono stati mai
e quante case – quante chiese
tutte uguali tutte orrende
e in questa lepre edilizia
i becchini non si scelgono mai.
e non ci basta mai
e in questo mondo di falsi idoli
che mostra i muscoli tu, tu che ci fai
tu senza dio – amore mio
tu come me – tu come vai.
ma, dio c’e’ – dio c’e’
che ti bussa per lavarti i vetri
proprio li davanti dove non lo vedi
fra gli indifferenti e i violenti
e gli assassini veri
dio c’e’ – dio esiste
nonostante questo nero dio resiste
e tu gridalo se credi – dio c’e’ canta con me.
dio c’e’ – non e’ morto
dio esiste dio resiste dio e’ risorto
e tu gridalo sui muri dio c’e’ canta con me
dio c’e’ – dio c’e’