Avvertivo un piacevole benessere trovandomi in penombra, rassicurava le mie incertezze. Evitavo l’intensità della luce come quella dei raggi del sole. Peccato, si trattasse solo di una vile autodifesa. Ci vuole coraggio, molto, per mettere in discussione delle certezze. Così nella vita, sul lavoro, con gli amici come pure nella sfera sentimentale. Gli incontri “colpo di fulmine” , (io ci credo, non potrei altrimenti) sono stati, per legge di causa-effetto l’inizio di susseguenti relazioni. Non conosco vie di mezzo, amo mettermi in gioco, molto meno razionalizzare il momento e le ragioni opportune. Sì, come scrisse Susanna Tamaro, io vado dove mi porta il cuore. Come tanti/e ho avuto storie fortunate e meno, ma quasi mai superficiali. Nonostante credessi in quel che facevo, a volte, nutrivo le relazioni con l’autoconvincimento, soprattutto in momenti di burrasca, che ciò che provassi fosse amore, indipendentemente che quello in ricezione lo fosse o meno.A nulla valsero pagine e pagine di libri e manuali sull’argomento, divorati con l’intento di trovare una “verità assoluta”. Ma, gli anni passano e, oltre a regalare i segni del tempo, ne consegnano altri davvero preziosi. E’ allora che senti il desiderio di spalancare la porta o accendere la luce. Inizia un viaggio che porta a sradicare le paure e a confrontarsi con le verità. E’ in questo viaggio, intimo, personale che ho imparato a riconoscere i veri elementi che caratterizzano l’amore, almeno quello che mi è sempre stato rappresentato e insegnato. Non è il regalo prezioso che doni, tantomeno i mesi e gli anni trascorsi a non dimenticarti ricorrenze o a gareggiare nel sorprendere. Non è neppure certificare le fragilità dell’apparenza o vantare patrimoni, studi, carriere … si sà, il denaro, la fama e il potere sono come magneti. L’amore ha il suono dei passi in punta di piedi; i colori tenui di un acquarello; la dolcezza di una carezza sul volto; la passione, nella fusione di corpi e sentimenti. IO AMO quando, mi preoccupo di proteggere; accompagnare in sorridenti giornate lenendo le insoddisfazioni o preoccupazioni; banalmente, coprire quando il freddo incalza; ascoltare, quando il fiume della sopportazione giornaliera tracima la quiete; stringere ed abbracciare in momenti inaspettati; aspettare, quando tempo e spazi dividono o allontanano; privarsi, quando rinunciare a qualcosa appaga con il sentirsi vivi dentro la relazione; tollerare, quando si ha il coraggio di guardarsi per primi allo specchio riconoscendo gli errori. L’insieme di questi piccoli , incautamente considerati superficiali elementi, dona vita all’amore, almeno ai miei. Ho imparato e sto imparando a riconoscerli giorno dopo giorno. Inutile spegner la luce, presto o tardi la realtà busserà ad ogni porta. L’amore, quello che amo vivere, deve avere queste caratteristiche. Resto del parere che gli anniversari, servano ad accrescere la forza di giorni, mesi, anni trascorsi insieme, arrivando ad implodere dentro con quel desiderio impensabile, dirompente, in un giorno ed un’ora qualunque … ti dono la mia vita, qualora servisse, affinché tu possa essere immortale. Difficile ? Strappa sorrisi ? Può darsi, le delusioni non fanno eccezioni a nessuno ma, mi ritengo fortunato, molto. Dopo anni, provo benessere sotto la luce e sorrido per quei “Ti amo” che semplicemente erano “Ti voglio bene” …Ma… quelli detti ai genitori ? amici ? colleghi ? O a quella folta schiera di esseri umani incrociati per focosa passione o feeling di qualche ora in remote circostanze del tempo ? … Sì…era molto buio ed avevo solo paura di accendere la luce.