A Torino, il Commissario italiano per il Digitale, Diego Piacentini ha riunito trentotto ricercatori ed esperti in tecnologia. Si apprestano a discutere e indirizzare ( i risultati sono però scontati) i ministri dei vari Governi mondiali, nell’attuazione di politiche pronte ad una sempre più crescente avanzata dell’automazione e intelligenza artificiale nell’esistenza planetaria. Gli stessi Governi da anni, attuano politiche di incentivazione, investendo risorse finanziarie alle facoltà universitarie aventi tematiche economico- finanziarie e tecnico scientifiche. Azioni che col passare del tempo hanno costantemente penalizzato materie formativo umanistiche, se tralasciamo eccezioni come la comunicazione, sempre più strumento di social make-up relazionale e idolo del Dio marketing. Mentre gente comune, sopravvive: giovani che possono solo sognare un futuro; famiglie che ripongono coercitivamente il desiderio legittimo di avere figli, pur facendo sacrifici, ed altre in coda mattiniera alle porte delle varie “Caritas umanitarie” per ricevere un pacco di sostegno; cinquantenni accompagnati prematuramente con subdole azioni economiche all’uscita dell’attività lavorativa; anziani (ottantenni e novantenni) ripiegati su se stessi e abbandonati alla solitudine per pensioni sociali da fame; vi sono i disegnatori del “Nuovo Mondo” intenti a pianificare un pianeta gestito da robot, dove l’intelligenza artificiale di esseri privi di empatia ed emozione dovrebbero divenire i nostri nuovi amici, colleghi, compagni di università e scuole . Di fronte agli ingressi di poche grandi aziende assisteremo all’uscita compatta di centinaia di robot, masse di ferraglia con cervello artificiale; avanzeranno marciando ricordando altre marce di lavoratori nell’epoca industriale (Fiat-Torino per citarne una). Per loro, una marcia trionfale nei reparti industriali produttivi di tutto il mondo, e ad ogni isola robotizzata padri o madri e figli si ritrovano sul divano a fagocitare patatine, pop corn e birre per soffocare una depressione emotiva ed economica degenerativa. E’ questo il mondo che vogliamo ? Siamo certi che la stragrande maggioranza dei nostri figli presenti e futuri disponga nel DNA di valenze intellettuali indirizzate all’economia e tecnologia ? E che faremo se dovessero amare le arti, la cultura, la geografia, il giardinaggio, la cucina, l’agricoltura ecc.? Gli diremo educatamente che non potranno sognare un futuro o realizzarsi come persone, aspettando una nuova era ? Terribile selezione esistenziale. Apocalittica. Ma non è tutto. Come dice un’importante studiosa di filosofia e sociologia americana Martha Nussbaum, stiamo sopprimendo l’educazione alla ragione. Non vi è più capacità di discernere nozioni, notizie e promesse elettorali. La capacità logica di comprendere se vi siano ragioni di veridicità o menzogne in quel che quotidianamente ci viene propinato dai padroni della comunicazione. Stiamo sfornando economisti, futuri banchieri, ingegneri informatici, esperti scientifici in piattaforme d’automazione, intelligenze artificiali e digital world ma che al primo colloquio non sono in grado di esprimere verbalmente o reggere una sintesi di discorso compiuto. Laureati con borse di studio, in difficoltà lessicale e grammaticale lesa soprattutto da un uso spregiudicato di “social-comunicazione” ove è importante il fine e meno il mezzo. Giovani che faticano a reggere le responsabilità quotidiane condivise , sul luogo di lavoro, nell’ambiente famigliare e sociale perché non più abituati a confrontarsi, a dialogare compiutamente, ad usare la ragione socratica. I classici greci e latini sono oramai per pochi, peccato, perché l’evoluzione intellettiva del nostro mondo è “anche” partita da lì oltre che dai geni della scienza e della tecnica. Leggeremo analisi come questa dai dotti, medici e sapienti riuniti a Torino ? No di certo. Leggeremo di percorsi alienanti di umanità a privilegio di pochi eletti…ovviamente gaudiosi di vivere immersi nel denaro e circondati da macchine pensanti.