Ho ucciso i miei fratelli .

Se sangue è sempre stato versato inutilmente o per interessi specifici di Re, Governanti, Nazioni, il mutamento sociale avvenuto negli ultimi due secoli non ha cancellato gli orrori di guerre, torture, o ingiustizie sociali anzi, per taluni, ci fosse una grande guerra sarebbe una decimazione utile al ritorno del benessere.  Questo mutamento ha delegittimato, cancellato quel minuscolo insieme di valori, punto di riferimento nei momenti difficili, nella quotidiana  convivenza reciproca, nell’interscambio di culture e apprendimento globale. “Sì. ho ucciso i miei fratelli.” Ho pensato bene di costruire metropoli popolose, impoverendo la ricchezza dei piccoli centri urbani. Ho deciso che una piccola fabbrica e i profitti che ne traevo  non fossero più sufficienti, quindi ho ritenuto opportuno evolvermi con l’unico scopo di sentirmi onnipotente. Amo strumenti come gli stage, i vouchers, i paradisi fiscali  e fottere il prossimo come parte integrante del mio nuovo DNA.Ho pensato che anni di studio e sacrificio per raggiungere una laurea, strumento idoneo per contribuire a costruire una società migliore, fossero meglio utilizzati per creare tecnologia avanzata, intelligenza artificiale e rendere robotizzato quanto finora elaborato con passione, motivazione, creatività dall’essere umano, unico, inimitabile. Col passare degli anni, velocemente, grazie a questo intuito ho arricchito pochi e impoverito parecchi. Mi sono impegnato per cancellare dalla mia storia, vocaboli e  valori come “responsabilità”, egregiamente insegnatami in famiglia e a scuola. A ciò ho privilegiato i miei interessi : estendere a dismisura  il tempo a me dedicato: weekend, viaggi, happy hours, after hours, party, cene, discoteche, anche se i debiti aumentavano come consuetudine sociale.  Ho cancellato dal mio vocabolario le parole “rinuncia, tolleranza, equilibrio, altruismo“, sì anche in famiglia, alle prime avvisaglie meglio tornare single. Ho creduto di essere onnipotente, di essere l’unico abitante del mio condominio, dove non conosco neppure il cognome del mio vicino di pianerottolo. Ho eliso con facilità quando nelle corti i contadini condividevano un tozzo di pane e una scodella di latte con un mendicante o un vicino in difficoltà. Ho quasi dimenticato che la cosa pubblica è anche mia; forse avrei dovuto occuparmi maggiormente, anziché pensare sempre al tempo libero, di controllare quelle centinaia di persone che legiferano e tutelano i propri interessi anziché occuparsi della disintegrazione del Paese, avrei evitato di consegnare un’ Italia alla deriva ai miei figli. Ho pensato che camminare a testa alta  evitasse di vedere coloro che stavano sui marciapiedi, rifiuti di una società in implosione. Mi sono preso del tempo ancor maggiore, relegando i miei cari anziani in bellissime case di riposo dove ricevono tutte le cure necessarie tranne l’essenziale : l’amore dei propri figli. Evito accuratamente di sposare una causa civile, meglio che se ne occupino altri, meno rischi. Sorrido poco, concedo poca confidenza, giudico con facilità perché mi fa sentire “normale”, mi nutro di tutto ciò che talk show, e televisione offrono a una società rincoglionita e se posso leggo un libro magari sulla sdraio durante il periodo estivo. Mi sono creato un bunker, vivo in una realtà virtuale, dove tutto esiste ma nella testa delle persone o sui display degli smartphone o tablet. Comunico cose intime a sconosciuti come fossero fratelli da sempre in camera mia. Pur avendo qualcosa di straordinario come l’amore di una moglie o un marito, un compagno o una compagna, cerco smisuratamente quasi con fobia ossessiva, sempre e continuamente altro, convinto che là fuori vi sia qualcosa di meglio da possedere, Vivo per apparire, elaboro strategie per essere il migliore, spazzando via con un colpo il tempo in cui le persone apparivano per ciò che erano, con la visibilità del loro ceto sociale, e il  tempo vissuto sul volto. Ho ucciso i miei fratelli, non li conosco più, fingo di conoscerli ma è solo per opportunismo sociale.

Insegnare il bene è poco proficuo, l’altruismo significa essere degli stupidi, accogliere le diversità andare contro la massa, costruire un’integrazione ipotizzare una follia.

Sì ho ucciso i miei fratelli, non con un’arma, non con un missile o un’arma chimica …peggio …con la  mia totale indifferenza.

2 commenti su “Ho ucciso i miei fratelli .”

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