Sulla bonaccia dell’Election Day, soffia gia’ il vento dell’impeachment.


New York. Finalmente ci siamo. L’America e’ pronta ad eleggere il nuovo Presidente. Quella che si prospetta pero’, dagli umori ed informazioni raccolte oggi nei quartieri generali e tra la gente comune, e’ la consapevolezza che qualora la candidata democratica vincesse con esiguo margine, avrebbe un mandato durissimo, minacciato costantemente dal ricatto repubblicano di metterla fuori gioco. E’ piu di un semplice rumors , parrebbe un piano gia’ ben delineato. La partita e’ ancora aperta, ma la svolta imprevista del comunicato FBI ha ridato smalto alla Clinton affrancandola sul punto percentuale di vantaggio, troppo poco pero’ per mettere alle corde Donald Trump. I dati ufficiali comunicati dalle Tv americane a poche ore dall’apertura dei seggi, indicano comunque una insoddisfazione maggiore qualora l’eletto fosse proprio lui, il 48% dei cittadini americani sostiene questo mentre Hillary e’ al 43%. Questa sera lei sta tenendo un mega comizio a Philadelphia , con ospiti illustri dal marito Bill, la figlia Chelsea e addirittura Barak e Michelle Obama, capace di infiammare le masse, ultimo ma non ultimo Bon Jovi. Donald galoppa vertiginosamente tra uno Stato chiave e l’altro ripetendo il mantra, “spazzerò via la corruzione e la corrotta” e giu’ ovazioni e urla. Le Tv , sia quelle via satellite che quelle via cavo, sono gia’ in piena operatività’ lasciando fiato per respirare solo durante gli innumerevoli breaks pubblicitari. Si chiude quindi la campagna peggiore e piu’ costosa della storia repubblicana ma ci auguriamo non abbatta anche un altro record… quello del mandato piu’ breve. A domani.

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